Serie A

Roma, Tiago Pinto: “Esonero di Mourinho difficile per tutti, De Rossi persona spettacolare”

Tiago Pinto Roma
Tiago Pinto - Foto LiveMedia/Gianluca Ricci

L’ex direttore sportivo della Roma Tiago Pinto ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport, soffermandosi su diversi temi legati alla sua esperienza in giallorosso. Così sull’esonero di Mourinho: “Quello è stato un giorno molto difficile per tutti. Io sono ancora giovane, non so se i Direttori sportivi più anziani gestiscono in modo diverso. Io nel momento in cui si deve licenziare un allenatore sono morto. Le emozioni sono state troppo forti, c’era un’ansia enorme e poi alcune cose che facciamo o diciamo da entrambe le parti che non rappresentano il lavoro né un rapporto di due anni e mezzo“. Poi se confermerebbe De Rossi per la prossima stagione: “Non possono mettermi in quei panni, ovviamente Daniele sta facendo molto bene; è una persona spettacolare. Mi ha sorpreso la consapevolezza che lui ha di quanto costa essere allenatore. Mi ha chiesto di restare, abbiamo sempre avuto un buon rapporto, anche prima del suo arrivo“. È stato rivalutato il lavoro che hai fatto sul mercato? “Penso che oggi, con questi risultati e con il turnover, tutti si siano convinti che la Roma abbia valore, che sia una buona squadra con buoni giocatori, ma non vorrei sfruttare il momento positivo per dire che ho fatto tutto bene”.

Poi Pinto torna a parlare del rapporto con Mourinho: “Mou – ricorda Pinto – sa benissimo che in due anni e mezzo, con lui, sono stato un soldato. Con tutta la pressione che comporta il mondo del calcio. È vero anche che nel nostro rapporto, durante il mercato, c’era sempre un po’ di casino, ma lui sa perfettamente che fino alla fine sono stato leale a lui, alla società, e al progetto. Poi le nostre opinioni possono essere diverse, ma si può lavorare insieme”. Ma dopo il Genoa hai salvato Mou dall’esonero? “Ci sono cose che succedono – conclude l’ex gm della Roma sorridendo – Ovviamente quando le cose non vanno bene ci sono delle valutazioni che si devono fare, ma tutte le decisioni che sono state prese non sono state decisioni di Tiago o di altri, ma decisioni collettive. Quindi lui, dopo Genova, ha continuato ad allenare la squadra e poi abbiamo anche vinto tre o quattro partite consecutive”.

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