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Lazio, portavoce attacca grandi club: “Hanno conti in rosso e vogliono governare”

Carlo Tavecchio e Claudio Lotito -Foto Antonio Fraioli

Le società che hanno i conti in rosso vogliono governare mettendo ai margini le società con i conti in attivo, è un paradosso che va denunciato. Questo è un paese che tende ad affidarsi a ciarlatani e ad avventurieri o a persone non qualificate e scarsamente competenti. In una materia come quella del calcio e dello sport un po’ di competenza serve”. Così il portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, attacca i grandi club dai conti in rosso ma con la pretesa – a suo dire – di voler governare il calcio.

Chiaro riferimento al caos che sconvolge la Lega Serie A, ancora alla ricerca di un nuovo presidente e di accordi (lontani) tra le diverse componenti. Il responsabile della comunicazione biancoceleste parla alla luce del primo bilancio semestrale della Lazio, in riferimento all’esercizio attuale, chiuso al 31 dicembre e approvato nella serata di ieri dal Consiglio di gestione.

Diaconale ci tiene a sottolineare come il bilancio semestrale della Lazio reciti un utile di 9,5 milioni di euro, con un incasso di circa 23 milioni di plusvalenze e 34 milioni spesi nel corso del calciomercato estivo: “Il problema è essere bravi con i conti in ordine. Questo aspetto l’informazione spesso lo sorvola ed è attenta di più agli aspetti esteriori, alle grandi cifre. – ha spiegato il portavoce del club ai microfoni di Lazio Style Radio – Spendere colpisce, ma non viene detto che quella squadra che ha investito 90 milioni è dietro alla Lazio che, d’altro canto, ne ha spesi 35″.

L’elogio dei conti in regola, però, si trasforma presto in un interrogativo. Nonostante l’oculata gestione del club, perché la Lazio ha così poco spazio ai piani alti del potere calcistico?“Si parla poco anche della considerazione della Lazio e di come una società virtuosa come quella biancoceleste venga considerata all’interno dei palazzi calcistici. Questo argomento mi scandalizza”.

Ancora un chiaro riferimento sì al caos che sconvolge la Lega Serie A, ma soprattutto al presidente biancoceleste e ormai ex consigliere federale Claudio Lotito. Protagonista della prima spaccatura durante l’Assemblea della discordia, alla guida di quei club medio-piccoli contro le big (Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli e Fiorentina), ora invece sempre più in ombra con il passare dei giorni e con meno alleati al fianco via via che la minaccia del commissariamento da parte della Figc si fa più concreta: “Quando leggo che le società che hanno i conti non in regola, i rossi più alti e le gestioni più avventurose e traballanti, pretendono di esercitare il governo in esclusiva del sistema calcistico italiano, emarginando da quest’ultimo le società virtuose, c’è qualcosa che non funziona – conclude così Diaconale nella reprimenda nei confronti di alcuni di quei grandi club – A gestire un sistema calcistico, come quello italiano, che può avere degli sviluppi superiori, non vengono chiamate le società virtuose”.

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