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Quattro vittorie su quattro con otto gol fatti e zero subiti. Sono i numeri impressionanti della Roma di Eusebio Di Francesco lontano dalle mura dello Stadio Olimpico in Serie A aggiornati dopo il successo contro il Torino di Sinisa Mihajlovic per 1-0. E proprio il tecnico granata, che di calci di punizione se ne intende, avrà apprezzato suo malgrado la magistrale traiettoria disegnata dal connazionale Aleksandar Kolarov per battere Salvatore Sirigu. Il volto del terzino serbo è l’immagine della Roma targata Eusebio. Una squadra maledettamente efficace che non disdegna a spettinarsi e togliersi l’abito buono quando il contesto lo richiede. “Sono qui da pochi mesi ma è come se fossi qui da due anni”, ha dichiarato Kolarov che evidenzia il lato forse più nascosto del lavoro svolto da Di Francesco: tutti si sentono protagonisti, qualsiasi giocatore sente di poter lottare per una maglia da titolare come non succedeva da anni a Roma. Ed ecco che la coppia inedita Juan Jesus e Moreno, titolare dopo gli infortuni di Manolas e Fazio, impedisce al Torino di impegnare anche solo una volta Alisson mentre Under, nonostante qualche sbavatura, si fa apprezzare per recuperi difensivi degni di nota. A Di Francesco spetterà il compito di favorire l’integrazione nel suo undici titolare di Patrik Schick e Rick Karsdorp, i due acquisti più costosi della Roma di Monchi insieme a Defrel. Ma la sensazione è che entrambi dovranno aspettare.
Dalle note positive a quelle stonate. Il Milan di Vincenzo Montella fallisce anche l’appuntamento casalingo contro il Genoa guadagnando un pareggio a reti inviolate che non evita lo scivolone in classifica. Kessiè e compagni sono a quota tredici punti, sei in meno rispetto alla Lazio che stasera dovrà vedersela contro il Cagliari all’Olimpico. Troppo poco anche per una squadra chiamata ad una ricostruzione totale dopo lo smantellamento della vecchia rosa per far posto ad una gamma di giocatori costata più di 150 milioni. Eppure l’uomo su cui fare affidamento è lo stesso che più è stato preso di mira al fischio finale dai tifosi. Vincenzo Montella, non è esente da colpe, resta l’uomo che deve guidare la rinascita rossonera per conquistare l’obiettivo minimo della qualificazione in Europa. Negare i suoi errori in questo avvio di stagione sarebbe sbagliato quanto chiudere gli occhi di fronte ai grandi miglioramenti che il suo Milan ha mostrato sul piano del gioco soprattutto nei big match contro Roma e Inter. Il tecnico chiede pazienza ma i tifosi hanno fretta. A Fassone e Mirabelli la decisione su chi dare ascolto.