Serie A

Atalanta-Lazio, Sarri: “Assenza Immobile impattante ma non può essere un alibi”. Poi l’indicazione sul rigorista

Ciro Immobile, Lazio - Foto Antonio Fraioli

Maurizio Sarri è intervenuto nella consueta conferenza stampa alla vigilia di Atalanta-Lazio, sfida valida per l’undicesima giornata di Serie A. Il filo conduttore delle domande dei presenti è stata l’assenza di Ciro Immobile. Riguardo il proprio centravanti, il tecnico biancoceleste ha detto: Quando mancano giocatori con numeri importanti è sempre pesante, ma succede a tutte le squadre che hanno giocatori impattanti. È come togliere Mbappé al Psg o Lewandowski al Barcellona. Non abbiamo attaccanti con caratteristiche simili. Favorito Felipe Anderson più di Pedro perché il brasiliano ti dà una soluzione in più, la possibilità di andare in profondità. Un lavoro che non puoi chiedere a Pedro”, le sue parole. Infine, una considerazione sul fatto che l’assenza di Immobile non possa comunque essere un alibi: “Se la squadra va in difficoltà per l’assenza di Immobile vuol dire che non è matura. Il Milan ha fatto a meno di Ibrahimovic per sei mesi. Perché poi sennò si parla di alibi. Una squadra matura va in campo convinta, poi si può comunque vincere o perdere. Accorciare i tempi? Solo se non c’è margine di rischio. Immobile si è messo a disposizione per recuperare prima, ha un piano di lavoro tosto”.

Infine, sugli avversari di domani, Sarri ha spiegato: “È una partita importante che può condizionare lo sviluppo della stagione, ma parlare di sfida decisiva è eccessivo. Ci può dare o togliere, anche dal punto di vista mentale. È riduttivo parlare di Atalanta come squadra solo aggressiva, ha tanta qualità, è una squadra forte, gioca un calcio raffinato. Per questo è pericolosa; hanno un parco attaccanti che in pochi hanno. Se possono allenarsi tutta la settimana, le squadre di Gasperini sono toste”.

Ancora, un’indicazione su un altro tema molto discusso, quello del rigorista: Ci va chi se la sente. Non voglio fare gerarchie, perché magari il giocatore designato non se la sente ma ha paura di dirlo”.

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