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Con il suo ritorno, le acque sembravano essersi calmate ma la situazione a Pisa è tornata ad essere turbolenta e non per gli arresti inflitti ad alcuni ultras neroverdi bensì per le vicende societarie che ancora non sono chiare. Ci sono persone in grande difficoltà , persone per cui gli arretrati sono importanti”, così si sfoga il tecnico del Pisa Gennaro Gattuso che poi aggiunge: “In questa situazione io non posso parlare di calcio giocato, e anzi devo far finta di non vedere, devo sopportare: ma del resto, non posso infierire, rimproverarli perché non fanno le cose alla perfezione”.
Ringhio poi ne ha per tutti. Attacca il Presidente Petroni (“Deve sistemare le cose: io sono disposto a sedermi a un tavolo. Ma lo deve fare, altrimenti lui nello spogliatoio non ci mette più piede, perché devo morire io, mi devono portare via da lì dentro”) e Anellucci (“Un procuratore che viene in società : cosa viene a fare? Non ne abbiamo bisogno, di procuratori”). Sabato il Pisa giocherà con l’Ascoli, ma ancora non si sa in quale stadio. Gattuso lancia un appello ai tifosi: “Sabato giocheremo a porte chiuse, spero arrivino 20 mila persone a urlare da fuori dai cancelli. Qualcuno si dimentica che dobbiamo giocare ancora 37 partite: ma quanto possiamo continuare a reggere? Certe volte mi chiedo chi me lo fa fare: la passione fa fare tante cose inimmaginabili, ma le problematiche sono tante, metti una toppa e si apre una fontana”.