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La partenza improvvisa rimane una ferita aperta per il centrocampista, che fatica a capacitarsi di quanto successo: “Non riesco solo a capire come in venti giorni io sia stato fatto fuori. Avevo chiesto di cedermi e non mi lasciavano andare. Pensavo di continuo all’aggressione e non riuscivo a guardarlo in faccia“. “Non avrei mai detto alla società “o io o Gasperini” – ha aggiunto Gomez – ma se non hai il coraggio di chiedermi scusa non si può continuare. Ringrazio Gasperini per avermi migliorato, ma una cosa così è inaccettabile. Forse c’è un motivo se viene fischiato in molti stadi“.
Il calciatore ripercorre anche quanto accaduto nel mese successivo prima del trasferimento in Spagna: “Fui fatto fuori, tutti rimasero un mese senza parlarmi. Non potevo più cambiarmi con la squadra, non so chi lo avesse deciso. Ringrazio Sartori, mi è stato vicino, parlandomi sempre“. “La gente merita la verità non pretendo che siano tutti con me e non con Gasperini – aggiunge in conclusione Gomez -, lui è il miglior allenatore che l’Atalanta possa avere. Si poteva risolvere tutto, ma tutti abbiamo sbagliato e pagato. Quando sono partito stavo male, sono sparito di colpo, mi hanno cancellato, ma avevo in mente solo Bergamo e l’Atalanta“.
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