[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
“Siamo arrivati ad un punto in cui la serialità di questi eventi ci impone una riflessione, dobbiamo capire tutti insieme come andare avanti. Le dichiarazioni dei giocatori di questi ultimi giorni sono univoche: bisogna capire tutti insieme cosa fare per incidere sul problema”. Parola di Umberto Calcagno, presidente Aic, ai microfoni di “Sport Academy” su Radio Cusano Campus. Al centro del dibattito c’è il tema del razzismo, dopo un week end macchiato dagli insulti a Koulibaly e Anguissa. “A mio modo di vedere è chiaro che la fase repressiva dev’essere molto, molto dura ma mi piacerebbe che tutte le persone che sono accanto a questi soggetti all’interno dello stadio avessero un atteggiamento differente da quello che abbiamo visto. A mio modo di vedere non è solamente colpevole chi fa un determinato gesto o dice una determinata frase, ma anche i soggetti che sono lì intorno e non ne prendono le distanze”.
Calcagno si dice contrario a soluzioni come la sospensione delle partite o agli scioperi perché “va a danneggiare la maggioranza dei nostri tifosi che sono persone per bene e che vengono allo stadio per divertirsi insieme a noi. E’ giusto che si trovino soluzioni con la politica, perché spetta al sistema sportivo insieme alla politica capire quali sono gli strumenti migliori per intervenire“. E ancora: “Io ricordo anche stadi che hanno fischiato chi ha avuto determinati atteggiamenti. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, anche perché le persone che non sono violente, i tifosi veri, sono persone tranquille, che magari per carattere non riescono a farsi valere in quelle situazioni, ma e’ uno sforzo che dobbiamo fare tutti quanti assieme”.
[the_ad id=”668943″]
Per Calcagno il mondo del calcio non è più impermeabile di altri alla lotta contro il razzismo. Per il numero 1 Aic non bisogna dimenticare che “il mondo del calcio è quello che ha più visibilità e credo sia tutto amplificato rispetto ad altri contesti, ci ritroviamo con i problemi che abbiamo nella nostra società e che viviamo nelle nostre città sempre più spesso ed è per questo che dobbiamo lavorare con i ragazzi ed investire su di loro. Cambiare una persona, uno pseudo tifoso di 50 anni è difficile, far crescere i ragazzi ed investire su di loro credo sia la cosa più importante di tutte”. Ma, conclude, “le dichiarazioni devono essere sempre seguite dai fatti. Noi abbiamo inasprito tanto le norme anche all’interno del nostro sistema. Per i nostri tesserati abbiamo delle norme che in casi simili prevedono non meno di 10 giornate di squalifica. Noi siamo consci all’interno del sistema che non si può più andare avanti così, ma non possiamo farlo da soli, dobbiamo fare rete con tutto quello che c’è intorno”.
[the_ad id=”676180″]