Calcio estero

Settant’anni fa nasceva Johan Cruijff: dieci cose che (forse) non sapete sul Profeta del gol

Johan Cruijff nel 1973 - Foto Nationaal Archief CC BY-SA 3.0

Se in Italia il 25 aprile si celebra la ricorrenza della liberazione dal giogo nazifascista, la stessa data in Olanda assume un significato ben diverso. Settant’anni fa esatti, infatti, nel quartiere Betondorp della periferia di Amsterdam veniva al mondo quello che sarebbe stato uno dei più forti calciatori di tutti i tempi, Johan Cruijff. Soprannominato ‘Profeta del gol’, è stato il principale interprete del cosiddetto calcio totale e capace di portare a casa un mostruoso bottino di ben 39 trofei. Ecco dieci curiosità che (forse) non conoscete sull’ex stella e icona di Ajax e Barcellona.

1 – In occasione delle votazioni dei migliori calciatori del novecento, Cruijff è stato eletto dall’IFHHS secondo miglior calciatore del secolo dietro Pelè

2 – Nel 1991, prestò la sua immagine per una famosa campagna contro il fumo: “Nella mia vita ho avuto solo due vizi: uno, il calcio, mi ha dato tutto, l’altro, il fumo, stava per togliermelo“.

3 – Associata al suo nome c’è ovviamente la maglia numero 14 indossata negli anni dell’Ajax e della Nazionale. Non nel Barcellona in virtù della numerazione dall’1 all’11, tuttavia si narra che il campione olandese sotto la maglia blaugrana numero 9 ne portasse un’altra con il 14.

4 – L’asteroide 14282 fu ribattezzato Cruijff in suo onore

5 – Famoso anche il suo impegno nel sociale con la fondazione dell’associazione benefica Johan Cruijff Foundation, tutt’ora in attività

6 – Gli fu conferita l’onorificenza di Cavaliere della Casa d’Orange e divenne membro onorario della Reale Federazione Calcistica dei Paesi Bassi

7 – Nel 2004 fu eletto come sesto olandese più grande della storia

8 – Nel 1974, mentre militava nel Barcellona, chiamò suo figlio Jordi, in onore di San Giorgio patrono della Catalogna, nonostante il divieto del regime franchista di registrare all’anagrafe nomi che ricordassero il nazionalismo catalano

9 – Perse il padre all’età di 12 anni e la sua vita prima di diventare calciatore fu all’insegna degli stenti e delle difficoltà economiche

10 – Fu uno dei primi calciatori europei ad accettare il trasferimento in NASL (Oggi MLS), il suo primo club americano fu il Los Angeles Aztecs. Vestì anche la maglia dei Washington Diplomats

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