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“L’idea che ci siamo fatti è che quando si prendeva un giocatore, non si pensava se c’erano le risorse per pagarlo: è il caso di Griezmann, la stessa notte che lo hanno ingaggiato, si sono resi conto che non potevano pagarlo e hanno avuto bisogno di aprire una linea di credito per 85 milioni di euro“. A parlare è Ferran Reverter, amministratore delegato del Barcellona, che ha illustrato i risultati della due diligence effettuata sui conti del club dalla nuova dirigenza. Emerge un quadro preoccupante: “Il monte ingaggi, se non fosse stato per noi, sarebbe oggi di 835 milioni di euro, il 108% del fatturato. Questo anche per colpa di tre dei cinque acquisti più costosi nella storia del club, che hanno fatto aumentare salari e ammortamenti. E ancora, rinnovi con bonus fedeltà, premi a fine contratto e commissioni agli intermediari fino al 33% quando solitamente sono fra il 5 e il 10%. L’indebitamento è salito da 159 a 673 milioni di euro, senza che l’assemblea sia stata mai coinvolta. E le conseguenze sono un modello sportivo non sostenibile, un monte ingaggi esagerato, un aumento del debito e la difficoltà di trovare una soluzione in uscita per alcuni giocatori”. L’analisi di Ferran Reverter è impietosa: “E’ dallo scorso aprile che il club non avrebbe potuto più operare, non c’era cassa. Se fossimo una società anonima, ci sarebbero stati gli estremi per il fallimento”.
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