Editoriali

Visto da vicino: Luca Nardi

Luca Nardi
Luca Nardi - Foto Corinne Dubreuil/ABACAPRESS.COM

Dal Foro Italico, Alessandro Nizegorodcew

Dato di fatto: Luca Nardi è uno dei più grandi talenti che il tennis italiano abbia mai prodotto.

Svolgimento: osservare il marchigiano da vicino, dalla prima fila del ‘Pietrangeli’, permette di capire e comprendere ancor meglio pregi (tanti) e difetti (qualcuno) di ‘Luchino’. Nella sessione notturna (causa maltempo) degli Internazionali BNL d’Italia, Nardi ha chiuso il proprio match contro Daniel Altmaier (6-4 6-4) ben oltre la mezzanotte.

L’impatto di Nardi, come è noto, è eccezionale. È proprio diverso da (quasi) tutti gli altri. Sempre pulito, non stecca mai, palla colpita al centro delle corde. E, fin qui, nulla di nuovo. La sensazione è che, nonostante l’infortunio alla caviglia subìto a Bucarest (porta la cavigliera sul piede sinistro), Luca si muova molto meglio rispetto all’anno passato. Più reattivo, veloce, resistente, forte nelle gambe (muscolarmente cresciute), riesce così a trovare continuità di rendimento all’interno del singolo match. Pochissimi, ormai, i punti (o addirittura i game, come accadeva in passato) regalati.

Il tennis di Nardi è (e deve essere) brillante, non imbrigliato in schemi preordinati obbligatori. Palle corte, accelerazioni improvvise, attacchi a rete con volée di livello altissimo. Tutti eseguiti però con un’idea, mai estemporanei. Nel gioco di volo, in particolare, è una garanzia. A rete, contro Altmaier, ha conquistato 20 punti su 22 (91%), trovando colpi di rara bellezza e strappando applausi al pubblico (non numeroso ma molto partecipe) della notte capitolina.

È più giocatore, Nardi. Vincere scambi lunghi con un grande atleta come Altmaier è un evidente segnale di crescita. Stare bene fisicamente gli permette di tenere lo scambio per 12-14-16 colpi complessivi senza problemi, per poi trovare il vincente al momento opportuno. Avere due fondamentali molto equilibrati tra loro è un vantaggio non da poco, che non dà la possibilità agli avversari di impostare uno schema vincente. Non ci sono reali situazioni di gioco in cui Nardi va in difficoltà, tranne, in parte sulla seconda di servizio, che è ancora (seppur migliorata) in parte attaccabile. In risposta l’impatto è eccellente, ma il vero banco di prova arriverà contro avversari dall’ottimo servizio, contro cui non è concesso sbagliare nei propri turni di battuta.

Ci sono aspetti da migliorare, dettagli da aggiustare, ma una cosa è certa: guardare un match di Luca Nardi è un’esperienza tennistica da consigliare agli amanti di questo sport. Se possibile, da vicino, per ammirare ogni piccolo aspetto del suo gioco.

Intanto, nell’attesa della sfida a Holger Rune, una verità pare incontrovertibile: Luchino sta diventando Luca, il ragazzo si sta facendo uomo.

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