Serie A

Verona-Cagliari 2-0, Ranieri: “Espulsione ha cambiato la partita. Peccato sentire ancora certi cori…”

Claudio Ranieri Cagliari
Claudio Ranieri - Foto LiveMedia/Luigi Canu

“Siamo andati vicini più volte a sbloccare la partita nel primo tempo, prima con il palo e poi con il gol che è stato annullato per un fuorigioco millimetrico, che voglio capire”. Claudio Ranieri si fa delle domande su questa decisione arbitrale nel corso dei primi 45′ del match perso dal Cagliari a Verona contro l’Hellas questa sera. “Lo dico per migliorare, non per recriminare – spiega -. Perché nell’immagine che abbiamo noi c’è il braccio in fuorigioco, neanche la spalla, ma la parte del braccio. Se il braccio può far gol allora è giusto annullare. In caso contrario non lo è. Se sbaglio voglio capire bene dove sto sbagliando. Se c’è la spalla avanti, invece va bene. Col Sassuolo siamo stati fortunati, visto che c’era l’unghia dell’avversario che ci ha permesso di non subire gol. Oggi è stato un peccato, comunque, perché l’espulsione ha cambiato l’inerzia della gara”.

Un match certamente condizionato dall’espulsiione di Makoumbou, arrivata pochi secondi prima del gol del vantaggio scaligero: “L’espulsione ha cambiato l’inerzia della gara. A Makoumbou ho chiesto già alla fine del primo tempo se fosse condizionato al cartellino giallo, perché già avevo visto che c’era stata un’altra entrata. Lui mi ha detto di no e quindi mi sono fidato, perché altrimenti l’avrei cambiato. Gli farò vedere i due falli che ha fatto naturalmente”, ha aggiunto l’allenatore del Cagliari.

“Il rammarico più grande? La gestione del primo tempo, che è stato bello: dovevamo fare gol. Purtroppo, non ci siamo riusciti, però stavamo giocando bene. Eravamo nella partita e la volevamo chiudere in maniera positiva. Torniamo a casa con una buona partita fino all’espulsione e poi, dopo il rosso, complimenti al Verona”, ha precisato Ranieri, prima di soffermarsi sui “buu” di parte del pubblico di Verona nei confronti di Makoumbou: “È stato un peccato sentire ancora certi cori, ormai è diventato un costume”.

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