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Rugby, Sei Nazioni: l’Italia delle novità a Parigi contro la Francia

Sergio Parisse - Italia rugby

Puntuale, nel pieno stile anglosassone che contraddistingue questo torneo, il Sei Nazioni torna a divertire tutti gli appassionati della palla ovale, europei e non.

L’Italia scende oggi in campo a Parigi alle 15:00. Le due nazioni si contenderanno il Trofeo Garibaldi, uno dei tanti trofei interni al Sei Nazioni. Gli azzurri sono riusciti ad aggiudicarselo per ben due volte, battendo i transalpini all’Olimpico di Roma, a Parigi invece i galletti non sono mai stati sconfitti.

Diverse le novità in formazione per Brunel, a cominciare dal triangolo arretrato: oltre a Leonardo Sarto (24 cap), scenderanno in campo Mattia Bellini e David Odiete, giovanissimi esordienti assoluti. In mediana Carlo Canna cercherà di ripetere tutto ciò che ha impressionato tifosi, stampa e tecnici durante il mondiale inglesi dello scorso autunno, a passargli i palloni Edoardo Gori, per gli amici Ugo, mediano di mischia della Benetton Treviso. Garcia e Campagnaro completano l’elenco dei tre quarti.

Novità apprezzabili anche in prima linea, con gli esordi di Andrea Lovotti, pilone in forza alle Zebre, e Ornel Gega, tallonatore di origini albanesi che milita nella Benetton Treviso. Dietro di loro Biagi e Fuser e nel ruolo di terze due certezze: Zanni e Minto.

A guidare la squadra in campo ci sarà, ancora una volta, Sergio Parisse, numero 8 dello Stade Français, che a Parigi certamente non si sentirà fuori luogo. Il capitano azzurro ha raccontato come la Francia abbia bisogno di molta tranquillità dopo i fatti di Parigi, lo Stade de France torna oggi a ospitare una competizione sportiva dopo il 13 novembre scorso.

C’è molta attesa per questa nazionale: dopo anni di immobilismo Brunel riesce a rinnovare la formazione con diversi esordienti, alcuni dei quali pescati direttamente dal campionato Eccellenza. Da parte loro gli esordienti azzurri metteranno in campo tanto entusiasmo e voglia di mettersi in mostra. Alcuni di loro giocheranno inoltre senza la pressione di chi proviene dalla filiera di formazione federale, i famosi ragazzi con l’asterisco. D’altronde Carlo Canna è l’esempio lampante del fatto che, nel corso degli anni, ai tecnici federali è sfuggito qualcosa di mano, oppure che la proposta “di vita” delle accademie non è poi così appetibile per un giovane rugbista italiano.

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