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Scherma, Aldo Montano vince il “Luxardo” e strappa il pass per Rio 2016

Aldo Montano - Padova 2016 - Foto Federscherma

Aldo Montano non smette di sorprendere. Il fuoriclasse livornese supera ogni limite, soprattutto fisico, e a 37 anni conquista il suo primo “Trofeo Luxardo” a Padova, tradizionale prova di sciabola nel calendario di Coppa del Mondo, e ipoteca così la qualificazione all’Olimpiade di Rio 2016, la sua quarta in carriera.

La gara è in salita per l’azzurro fin dal mattino, quando si evidenziano i primi problemi fisici nei suoi odierni punti deboli, ossei alla spalla destra e muscolari alle gambe. I primi assalti sono conservativi e limitano al minimo problemi ulteriori, ma la sciabola maschile è forse oggi l’arma in cui il livello medio degli atleti è più elevato con almeno una dozzina di candidati alla vittoria ad ogni prova, e ai quarti di finale tocca incrociare le lame con l’iraniano Abedini, e qui i primi crampi colpiscono a fine assalto Montano, che con un paio di magie riesce a concludere sul 15-14. La semifinale gli mette poi di fronte invece il coreano Kim Junghwan, numero 5 del ranking, superato di classe e tenacia (15-12), per poi dare fondo a tutte le risorse fisiche e tecniche rimaste per vincere la finale contro Aron Szilagyi, già sconfitto al GP di Boston un mese e mezzo fa. Finisce 15-12 un assalto che regala emozioni e spettacolo a livelli altissimi, come quasi sempre accade con due fuoriclasse in pedana l’uno contro l’altro. Archiviata la qualificazione di Montano rimane disponibile un solo pass azzurro per i prossimi Giochi: si annuncia un testa-a-testa nelle ultime due gare restanti (Varsavia e il GP di Seul) fra l’esperto Diego Occhiuzzi, già medaglia d’argento a Londra 2012, e il giovane Luca Curatoli, entrambi fermati oggi al turno dei 32.

Nella giornata di oggi si è svolta anche la prova individuale di sciabola femminile ad Atene dove la statunitense Mariel Zagunis, due volte campionessa olimpica, ha conquistato la sua seconda vittoria stagionale superando in finale (15-10) la russa Sofya Velikaya, iridata all’ultimo Mondiale di Mosca. Al terzo posto hanno chiuso un’altra russa, Ekaterina Dyachenko, e un’altra statunitense, Ibtihaj Muhammad. Poco brillante nel complesso la prova delle azzurre, che dopo il terzo posto di Rossella Gregorio a Caracas all’esordio hanno mancato l’avvicinamento al podio nelle tre gare successive: è sempre la stessa Gregorio a spingersi più in là fra le compagne di squadra, sconfitta ai 16 dall’ungherese Marton (15-11 il finale) mentre si fermano ai 32 Irene Vecchi e Chiara Mormile.

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