[the_ad id=”10725″]
Si ricomincia da dove si era finito. L’Italia del rugby debutta nel suo Tour estivo con una sconfitta contro la Scozia. A Singapore, gli azzurri perdono con il punteggio di 13-34, patendo nell’ordine l’indisciplina (oltre alle tante punizioni concesse, anche due cartellini gialli), un clamoroso black-out a fine primo tempo (quando gli azzurri hanno concesso due mete agli avversari) e una palese inferiorità in touche e nelle mischie.
L’Italia resta in partita soltanto nel primo tempo, anche se gioca in prevalenza nei suoi 22 metri e si affaccia rare volte nella metà campo avversaria. Poi, cede di schianto e non riesce a rimettersi in carreggiata. La meta di Campagnaro a metà della ripresa e quella di Esposito a fine match permettono agli azzurri di indorare un po’ la pillola, che resta comunque amarissima.
Per gli scozzesi, anche loro con un cartello work in progress scritto sulla schiena, vanno in meta Ali Price, Ross Ford per due volte e Damien Hoyland. I blu, grande rivelazione dell’ultimo Sei Nazioni, hanno comunque dato l’impressione di non aver approfittato completamente delle tante distrazioni azzurre.
15 Padovani 6 – Buona prima parte di gara, attento al piede, giudizioso in copertura. Fa una buona difesa come tutta la squadra nel primo tempo, poi si disunisce. Qualche buona intuizione nei lanci in profondità e nella lettura di gioco.
14 Esposito 6 – Strappa la sufficienza grazie alla meta finale, quando sfrutta benissimo una palombella del neoentrato Carlo Canna. Per il resto, la solita prestazione in chiaro-scuro. Tra i più esperti in questa nazionale, dovrebbe dare maggiore continuità alla propria azione.
13 Campagnaro 7 – Ha una esplosività incredibile in questa fase della stagione, galvanizzato anche dal successo in English Premiership con la sua Exeter. Corre, recupera, macina metri ed è l’unico degli azzurri a placcare deciso. La meta è il coronamento di una buona prestazione. L’Italia non potrà più fare a meno di lui.
12 Boni 5 – Chi l’ha visto? Un po’ in ombra in questa partita, non sembra ancora essere entrato perfettamente nel meccanismo studiato da Conor O’Shea. Come gli altri che non hanno trovato molto spazio nello scorso Sei Nazioni ha bisogno di entrare a far parte di questo gruppo a pieno regime.
11 Sarto 5,5 – Ha alternato momenti di grande equilibrio a fasi meno favorevoli. Non sempre deciso, entra troppo timidamente nelle azioni di disturbo degli avversati. Poco incisivo anche in fase offensiva.
10 Allan 5 – Una realizzazione all’attivo. Per il resto, ha ben poche possibilità di inventare il gioco. La sua prestazione è emblematica rispetto ai suoi compagni di squadra: se l’apertura si vede poco, è sintomo che la squadra fa fatica a costruire. Menzione speciale per Carlo Canna 6,5 – Quando prende il posto del compagno di reparto, ha tempo di giocare solo tre palloni. Due sono illuminanti, uno è vincente. Il migliore dei subentrati.
9 Gori (capitano) 5 – In assenza di Parisse, ha il difficile ruolo di comandare l’orchestra. Sempre troppo lento però nell’uscita dalle mischie, impreciso in alcuni passaggi. Non una gran giornata, insomma.
8 Barbieri 5 – Anche lui è uno degli esperimenti di questa giovane Italia. In quel ruolo siamo abituati a vedere Parisse e la differenza, purtroppo, si nota. Il paragone è scomodo ma lui, oggi, ha fatto davvero poco per provare ad avvicinarsi alle prestazioni del nostro capitano.
7 Mbandà 7 – Ed ecco l’altra nota positiva degli azzurri. Se non fosse per una certa pesantezza sulle gambe (frutto anche delle tossine accumulate in stagione), sarebbe senz’altro il migliore. Ha grinta da vendere e fa il cagnaccio nel ruolo di vice-Favaro. Si inventa un intercetto e un gran passaggio che manda in meta Campagnaro. Bravo a resistere alla tentazione del calcio.
6 Minto 5 – Ritornano le note dolenti. Poco efficace in mischia. Soffre come tutto il resto del reparto.
5 Budd 4,5 – Non proprio un bell’esordio in nazionale per il giocatore di origini neozelandesi. Alla vigilia era uno dei più attesi, ma non rispetta i pronostici. Anzi, cade proprio sulla caratteristica più tipica degli italiani: l’indisciplina. E lascia i suoi in 14 in una fase già di per sé delicata del match.
4 Fuser 5 – Il solito cuore non basta. Anche oggi, giornata difficile. Gli scozzesi passano veloci come treni e lui fa fatica ad arginarli.
3 Ferrari 5 – E’ uno dei simboli di questa giovane Italia. Ma la prestazione dell’intero pacchetto di mischia non lo aiuta nell’ambientamento. Subisce tanto anche lui.
2 Bigi 5 – La mischia è un tasto dolente. Collassa puntualmente e gli scozzesi hanno sempre la meglio. Per non parlare delle touche.
1 Lovotti 5 – Ha il cuore del pilone e in qualche fase di gioco è pure utile. Ma quando si è troppo sotto pressione si finisce inevitabilmente per commettere errori. Tanti i suoi in questa partita estiva contro la Scozia.