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“Il contrasto alla corruzione e all’illegalità è un tema fondamentale e deve valere in assoluto, ma in particolare per chi ricopre il ruolo di funzionario pubblico nel mondo dello sport. In alcuni mestieri è gravissimo comportarsi in modo sbagliato, ma per chi ha un ruolo nei confronti dei giovani, come avviene nello sport, è ancora più grave”. Queste le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò nel suo intervento al seminario “Contrastare la corruzione nello sport” presso la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, a Roma.
Il numero uno dello sport italiano ha ricordato le novità introdotte negli ultimi anni dal Comitato olimpico nazionale italiano. “Quando abbiamo presentato la riforma della giustizia sportiva sapevamo bene che ci sono una serie di aspetti difficili – ha sottolineato Malagò – È una materia in continua evoluzione, un cantiere sempre aperto perché quello che scrivi oggi tra un anno non vale più, ma per noi è stata una scommessa vinta. Stesso discorso per l’antidoping: prima il presidente del Coni proponeva una persona, io mi sono spogliato di questo potere: non voglio averlo, è stata una scelta culturale. Anche nel Cio questi temi sono oggi dominanti, è stato fatto un cambio di passo e saluto con affetto Paquerette Girard Zappelli”, Chief Ethics and Compliance Officer del Cio presente al seminario odierno. “Il mondo dello sport da solo non la capacità di contrastare le attività illegali, per questo è necessaria una visione globale e una cooperazione tra le varie istituzioni – ha sottolineato Girard Zappelli – In questo senso l’Italia gioca un ruolo molto importante nella lotta alla corruzione all’interno del nostro mondo”.