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Inter, Marotta: “Rinnovo Lautaro? Lo considero già fatto. Calendari troppo affollati, rischio perdere attrattività”

Giuseppe Marotta Inter
Giuseppe Marotta of FC Inter during the Italian Serie A football match between Inter FC Internazionale and Calcio Frosinone on 12 of November 2023 at Giuseppe Meazza San Siro Siro stadium in Milan, Italy. Photo Tiziano Ballabio

Il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, è intervenuto a Rai Radio 1 durante la trasmissione ‘Radio Anch’io Sport’ affrontando diversi temi. Sicuramente l’attenzione dei tifosi nerazzurri è stata soprattutto per l’argomento legato al rinnovo di contratto di Lautaro Martinez: “Lo consideriamo già fatto, virtualmente ha già firmato – afferma senza dubbi Marotta – Ora è impegnato con la nazionale argentina per qualche giorno, quindi aspettiamo solo per questo motivo.”

Il nuovo numero uno interista ha anche parlato del Mondiale per Club e dei calendari sempre più fitti: “Accettiamo con orgoglio questa vetrina di livello mondiale, ma allo stesso tempo i calendari si riempiono ulteriormente – spiega – L’anno prossimo con il nuovo format della Champions serviranno fino a 17 partite alla squadra che vincerà la coppa. Anche per questo motivo secondo me la Serie A andrebbe ridotta a 18 squadre, il rischio di infortuni è sempre più alto e i giocatori andrebbero tutelati. I carichi di lavoro attuali non sono più sostenibili. Penso a Barella, che ora è impegnato negli Europei e ha già giocato più di 50 partite.” Marotta ne fa anche una questione commerciale: “Se l’offerta diventa eccessiva, il calcio rischia di perdere in attrattività”.

Infine una battuta anche sul tema legato al nuovo stadio dell’Inter: “Noi abbiamo individuato la zona di Rozzano e abbiamo esteso fino al 2025 il contratto di esclusiva con i proprietari dei terreni. Allo stesso tempo il sindaco vuole consegnare un progetto per la riqualificazione di San Siro, vedremo. I tempi sono ancora prematuri. Sicuramente il problema degli stadi in Italia è notevole, la lentezza burocratica poi causa una specie di fuga di investitori. Speriamo di poter trovare una collocazione definitiva, in questo paese l’età media degli stadi è di 70 anni.”

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