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TIANJIN – Era dall’11 maggio del 2015 che non si vedeva Maria Sharapova scendere in campo in una finale Wta: Internazionali BNL d’Italia 2015, match vinto in tre set, in rimonta, contro Carla Suarez Navarro. Da lì in poi sappiamo tutti com’è andata. Oltre due anni nel quale è successo di tutto: la positività al meldonium, i processi, la squalifica; passando per le innumerevoli critiche, le discusse wildcard e i numerosi infortuni che hanno accompagnato il suo rientro.
Fino ad oggi. Atto conclusivo del Tianjin Open, contro la bielorussa Aryna Sabalenka, piegata 7-5 7-6(8) in oltre due ore di gioco che hanno sancito il ritorno al successo dell’ex numero uno del mondo. Per lei si tratta del 36° titolo della sua più che decennale carriera.
Sharapova – entrata nel tabellone principale del torneo grazie a una wildcard – veniva dalla convincente semifinale vinta contro la campionessa di casa Peng e da una settimana più che positiva, che l’aveva vista arrivare all’incontro odierno senza mai cedere set alle avversarie. Dall’altro lato della rete una Sabalenka che, dal canto suo, è stata la vera rivelazione di questo torneo e che per attitudine, aggressività e stile di gioco a molti ricorda proprio la siberiana.
LA CRONACA. Le due hanno intrattenuto il pubblico sugli spalti con una battaglia avvincente e altalenante assieme. Nel primo set, vinto 7-5, l’ex numero uno del mondo ha dovuto combattere e lottare per rimontare uno svantaggio iniziale di 1-4; passivo maturato dopo cha la bielorussa le aveva strappato la battuta nel quarto game e confermato il vantaggio tenendo il proprio servizio nel turno successivo. Riportatasi sul 4 pari grazie al break ottenuto nel settimo gioco (al secondo tentativo) e al servizio difeso a 15 in quello successivo, la Sharapova ha breakkato nuovamente – e in modo decisivo – la sua sfidante nel dodicesimo nonché ultimo game della frazione. Nel primo set la sua prova è stata in generale sufficiente; da segnalare la prestazione opaca al servizio, specie con la seconda, e i 22 punti ottenuti in risposta (contro i 15 vinti, sempre in ribattuta, dalla Sabalenka).
Andamento e dinamiche quasi identiche anche nel secondo parziale. La cinque-volte campionessa Slam si è ritrovata quasi immediatamente sotto – dapprima 3-0, poi addirittura 5-1 – con due break di svantaggio da recuperare. La rimonta della russa ha avuto inizio dopo il coaching col suo allenatore Sven Groeneveld, sul cambio campo 5-1 sotto. Da lì in poi ha ottenuto cinque giochi di fila e si è riportata avanti 6-5 e servizio; il tutto dopo aver fronteggiato e annullato un set point sul 5-4 40-30 in favore della sua giovane sfidante odierna.
Andata a servire per il match e per il torneo, “Masha” si è fatta nuovamente strappare il servizio (al terzo tentativo) e ha così consegnato l’epilogo e le sorti di set e partita al tie-break. Un tie-break lottato, “drammatico”, così come lo erano stati sia la prima che la seconda frazione di gioco; alla fine la Sharapova l’ha portato a casa per 10 punti a 8, affidandosi a tutta la sua esperienza, pazienza e a un rendimento al servizio andato via via in crescendo col passare dei minuti e degli scambi.
A fine match, lacrime da entrambe le parti: di gioia per la Sharapova, corsa subito ad abbracciare il suo allenatore e i membri del suo team (quasi avesse vinto una finale Slam); di rabbia e amarezza per la Sabalenka, probabilmente conscia delle troppe chance sprecate quest’oggi nella prima finale della sua carriera. Ha comunque motivo di sorridere: col risultato odierno, si profila per lei l’ingresso tra le prime 100 giocatrici del ranking mondiale; la siberiana – che settimana prossima sarà impegnata in patria, a Mosca – si posizionerà invece al numero 57 della classifica.