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US Open 2022: le cinque cose da tenere d’occhio nel day 2

Jannik Sinner
Jannik Sinner - Foto Ray Giubilo

Un’altra scorpacciata azzurra. Può essere sintetizzata in questo modo la seconda giornata degli US Open 2022. Dopo i quattro scesi in campo ieri, infatti, il day 2 del torneo sarà caratterizzato dall’entrata in scena addirittura di altri sei italiani (tre uomini e tre donne). Ma non c’è solo questo. Andiamo ad analizzare nel dettaglio le cinque cose da tenere d’occhio oggi. In programma gli incontri di primo turno della parte bassa del tabellone maschile ed alta di quello femminile.

ATTENZIONE MASSIMA – Jannik Sinner si presenta agli US Open in uno strano stato d’animo, un ibrido tra l’euforia per aver vinto ad Umago e la demoralizzazione per le occasioni sprecate tra Montreal e Cincinnati. Ora i blackout e la mancanza di killer istinct palesati in Canada ed Ohio non possono essere ammessi, a partire dal primo turno contro Daniel Altmaier. Numero 93 del mondo, rovescio ad una mano, il tedesco non sarà un campione di continuità ma a tennis ci sa giocare e come.

Se lo ricorda bene anche Matteo Berrettini, che due anni fa venne buttato fuori proprio dal teutonico al terzo turno del Roland Garros. Il suo gioco, infatti, è particolarmente redditizio sulla terra battuta ma si sa difendere molto bene anche sul veloce grazie a colpi decisamente potenti e penetranti. L’altoatesino è chiaramente il favorito indiscusso. Non si tratta però del classico match all’inizio di uno Slam, che a volte puoi vincere anche per inerzia. Sarà Jannik a doverselo andare a conquistare punto dopo punto.

INCROCI PERICOLOSI – A Lorenzo Musetti poteva andare decisamente meglio con il sorteggio. Da testa di serie numero 26, infatti, si è beccato David Goffin. Chiaro che il belga non è nel momento più scintillante della carriera. Trovarselo di fronte al primo turno di uno Slam però, vista la grande esperienza ed adattabilità a tutte le superfici, è certamente una cosa negativa. In più il carrarino ha dimostrato nelle ultime settimane che il procedimento per entrare in confidenza con il duro è ancora lungo. Per uno con il suo potenziale e le sue soluzioni, infatti, molto spesso può essere difficile riflettere in una frazione di secondo su quale utilizzare.

Il vincitore di Amburgo potrà contare sul favore dei precedenti. L’unico disputato contro l’ex top ten se l’è aggiudicato lui in tre set, quel primo turno dell’anno scorso al Roland Garros. Non comodo anche l’esordio di Fabio Fognini, opposto ad Aslan Karatsev. Il russo è un colpitore eccezionale ma anche molto discontinuo. Il lato positivo è averlo pescato all’inizio del torneo, momento in cui il suo gioco potrà essere ancora in una fase di rodaggio. Il ligure proverà ad inserirsi nelle falle del sovietico. Impossibile che nella sua mente non ci sia fisso il pensiero di un possibile secondo turno contro Rafael Nadal, che da queste parti ha già sconfitto nel 2015 rimontandogli addirittura due set di svantaggio.

SEMPRE LORO DUE – Insieme al russo Medvedev ed al norvegese Ruud (il greco Tsitsipas è già fuori) fanno parte dei quattro tennisti che potrebbero ritrovarsi al numero uno del mondo al termine degli US Open. Vederli insieme in tabellone fa sempre un certo effetto, a maggior ragione quando sono dalla stessa parte e potrebbero scontrarsi in semifinale. Rafael Nadal e Carlos Alcaraz sembrano pronti a tutto nonostante le difficoltà. Il maiorchino è arrivato a New York con un solo match ufficiale sulle gambe dopo l’infortunio addominale accusato a Londra.

Il murciano, invece, non ha avuto problemi fisici ma piuttosto un calo di rendimento in una stagione clamorosamente dispendiosa mentalmente per lui sino a questo momento. Il tabellone, così ad occhio, sembra sorridere ad entrambi. Il primo turno è praticamente una formalità per il ventidue volte campione Slam contro il qualificato australiano Rinky Hijikata. Leggermente più difficile l’ingresso nel torneo dell’allievo di Ferrero, che affronterà il battagliero argentino Sebastian Baez. Entrambi, tuttavia, sono attesi da test un po’ più probanti per mettere alla prova il loro reale stato di forma.

ANCORA ITALIA – Urna non proprio amichevole per Jasmine Paolini, che all’esordio avrà di fronte la numero uno del mondo Iga Swiatek. È vero che la polacca si trova un po’ appannata in questa fase della stagione, è vero che agli US Open ha raggiunto al massimo il quarto turno: sarà comunque un’impresa quella che attende la toscana. Non è andata meglio ad Elisabetta Cocciaretto. In questo caso era prevedibile. La marchigiana, infatti, è giunta in tabellone dopo le brillanti qualificazioni superate. Per lei c’è Aliaksandra Sasnovich: bielorussa, finalista la scorsa settimana a Cleveland, molto solida e abile negli spostamenti.

L’incoscienza può certamente giocare a vantaggio dell’azzurra, che per la prima volta in carriera disputerà il main draw dello Slam newyorkese. Chi forse non si può lamentare è Lucia Bronzetti, attesa dall’ostacolo Lauren Davis. La piccola statunitense dà sempre il meglio di fronte al proprio pubblico ma la romagnola sembra perfettamente matura per gestire la situazione. Reduce dalla finale di Vancouver (WTA 125) ed in continua salita nel ranking (ora è n° 59) è certamente lei, tra le tre, la maggior indiziata per andare avanti.

SENTORE DI ABDICAZIONE – Essere la prima qualificata di sempre (uomo o donna) a vincere un torneo dello Slam. Riportare un Major in Gran Bretagna dal 1977. Farlo a diciotto anni e senza perdere alcun set. Difficile metabolizzare un simile exploit. Ed in effetti, un anno dopo, ad arrivare a New York è la copia sbiadita di Emma Raducanu, campionessa uscente degli US Open ma consapevole, in cuor suo, che ripetersi è praticamente impossibile. In dodici mesi ha cambiato tre allenatori e non è mai riuscita ad ottenere tre vittorie di fila.

Le avversarie l’hanno capita e lei questo sembra accettarlo quasi passivamente, alla ricerca di una continuità che non è ancora arrivata. Impossibile, dunque, annoverarla tra le favorite di quest’edizione nonostante abbia virtualmente ancora la corona sulla testa. Il primo turno contro la veterana francese Alizè Cornet, ottavi di finale allo scorso Wimbledon e reduce dalla semifinale a Cleveland, sarà già un banco di prova durissimo per la teenager britannica.

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