Victoria Azarenka è tornata. La tennista bielorussa, con la vittoria ad Indian Wells (19esima in carriera) lancia un forte segnale alle avversarie. Tutti ad aspettare il trionfo di Serena Williams, 15 anni dopo la sua ultima apparizione in Florida, ed invece Vika beffa tutti e lo fa sfoggiando una prestazione superlativa. Proprio contro l’americana, n.1 del mondo, e sua bestia nera da sempre. Prima della finale di ieri lo score era di 18-3, con tante partite ancora impresse nella memoria di Azarenka, su tutte la finale persa agli Us Open 2013 avanti 7-5 5-3 e la sconfitta al Roland Garros 2015 dove conduceva 6-4 4-2. “E’ stata una grande settimana per me, mi sento molto migliorata. Sto lavorando duro ed è bello vedere che questo lavoro paga. E grazie anche a Serena, so quanto è stata dura per lei, è un’ispirazione per tutte noi. Se non l’avessi vista lavorare così tanto, non avrei trovato la motivazione per tornare di nuovo competitiva” ha dichiarato a fine match Victoria.
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Questo trionfo è un punto di partenza per affrontare i prossimi impegni con una consapevolezza diversa: quella di essere “l’anti-Williams”. Ora però arriva il compito più difficile: reggere il colpo. Vika ha vissuto una carriera altalenante, ed ora non può più permettersi sbagli. Troppe le opere incompiute dalla due volte campionessa degli Australian Open. La doppietta Brisbane-Indian Wells è un’iniezione di morale notevole, e con Serena non più devastante come un tempo, l’occasione è davvero ghiotta. Da oggi, sarà n.8 del mondo, e una stagione ancora lunga davanti. Da mercoledì inizia Miami, che sia l’anno di Azarenka? Kerber sta mostrando segnali di cedimento, e forse la vittoria a Melbourne, come Cilic a Flushing Meadows, probabilmente è stata un fuoco di paglia. Radwanska sembra soffrire il gioco potente della Williams, Halep e Muguruza sono partite col freno a mano tirato. Attualmente, la 26enne di Minsk sembra l’unica in grado di stravolgere il copione che – oramai da anni – va in scena nel circuito femminile. Ma, come sempre, sarà il campo a parlare.