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Colpo di scena nella nota vicenda giudiziaria tra Camila Giorgi e la Federazione Italiana Tennis (FIT). Dalle pagine de “Il tennis italiano”, Riccardo Bisti riferisce che la Corte Federale d’Appello ha ribaltato il dispositivo di primo grado del Tribunale Federale, con cui Camila era stata condannata a 9 mesi di squalifica e al pagamento di 30mila euro di multa per non aver risposto alla convocazione in Fed Cup nel match contro la Spagna dello scorso aprile.
L’avvocato della tennista maceratese, Fabio Azzolini, aveva deciso di presentare ricorso, facendo leva sul non tesseramento della Giorgi all’epoca dei fatti (Camila non risulta tesserata dal 2011). In primo grado, il Tribunale Federale aveva interpretato l’articolo 10 dello Statuto FIT (relativo ai doveri dei tesserati) ritenendo che il secondo comma (circa l’obbligo di rispondere alle convocazioni in maglia azzurra) fosse rivolto in generale a tutti gli atleti, tesserati o meno. Da lì, la conseguente squalifica e sanzione pecuniaria.
A distanza di qualche mese, il ricorso della difesa ha prodotto i risultati sperati: il collegio giudicante presieduto da Alfredo Biagini e coadiuvato da Enrico Salone e Luigi Supino ha annullato la sentenza del Tribunale, invocando un generale “difetto di giurisdizione”.
In attesa delle motivazioni, che saranno depositate entro 10 giorni (fino ad allora precluso qualsiasi ricorso presso il Collegio di Garanzia CONI), sembra chiaro che il punto nodale della questione sia il mancato tesseramento della Giorgi.