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Chissà cosa deve aver pensato Marco Cecchinato quando si è sdraiato sulla terra rossa del Suzanne Lenglen. Impossibile saperlo, ma l’emozione che abbiamo provato noi profani è stata immensa: un tennista italiano torna nei quarti di finale del Roland Garros, sette anni dopo Fabio Fognini nel 2011. Un traguardo che per gli azzurri significa entrare in una cerchia ristretta di adepti, nell’èlite del tennis italiano: sì, perché il tennista palermitano è il nono della storia nell’Era Open, il secondo del ventunesimo secolo, il secondo dopo venti anni. Insomma, la definizione di storia non è esagerata, tutt’altro. Un italiano non raggiunge una semifinale slam da quarant’anni esatti quando l’attuale capitano di Coppa Davis, Corrado Barazzutti, arrivò tra i primi quattro del Roland Garros 1978. Ma questa è un’altra storia.
Storia già. Di Marco Cecchinato si potrebbero dire tante cose, ma c’è un dettaglio non da poco che rende questa cavalcata parigini quasi unica nel suo genere: prima di questo Roland Garros non era mai riuscito a vincere una partita in uno slam. Poi quattro tutte in un fiato, un capovaloro più bello dell’altro. Trungelliti, Copil, Carreno Busta e Goffin: uno dietro l’altro, giocando un tennis meraviglioso e mettendo in pratica tutti i miglioramenti di queste ultime settimane.
A Budapest era riuscito a vincere un torneo Atp, il primo della carriera, a Roma e Montecarlo era riuscito comunque a superare il primo turno con gente che su questa superficie se la cava egregiamente. Un crescendo che ancora non ha conosciuto il suo apice e che forse neanche Marco sa: con questo quarto di finale il siciliano è ad un passo dai primi quaranta giocatori del mondo, nella Race (classifica che prende in esame i risultati nell’anno solare) è addirittura tra i primi venti (e siamo praticamente a metà anno).
Da Novak Djokovic a Novak Djokovic. Sette anni fa, a Parigi, Fabio Fognini non riuscì a giocarsi il quarto di finale contro il serbo per via di un problema fisico manifestato nell’incredibile e rocambolesco ottavo di finale vinto contro Albert Montanes. Stavolta Marco Cecchinato se la giocherà, eccome: “Affrontarlo sarà un piacere. Mi sono allenato tante volte con lui, giocarci contro è sempre difficile: è stato numero 1 al mondo e non perdeva quasi mai – ha affermato Cecchinato dopo la vittoria con Goffin – martedì proverò a fare il mio gioco senza pensare al suo nome e proverò a vincere”. Quasi sicuramente il match con Djokovic si giocherà sul Philippe Chatrier, uno dei campi più importanti dell’intero pianeta. Goditela Marco, te la sei meritata. E anche se non dovessi vincere sdraiati ugualmente su quella terra rossa, perché questa favola non può che avere un lieto fine.