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Sono ore di attesa per Novak Djokovic. Il campione serbo spera di poter rimanere in Australia e giocare il primo Slam nell’anno, ma in seguito alle sue ammissioni sui social adesso il rischio giudiziario nei suoi confronti si aggrava. Non soltanto la possibilità di un’espulsione dal territorio aussie che non gli consentirebbe di giocare gli AO, ma anche guai a livello penale. Le sue parole, nelle quali ammette di non aver rispettato la quarantena in Serbia e di aver falsificato le dichiarazioni alla frontiera in Australia, possono portare addirittura a cinque anni di carcere: tre in patria per il mancato rispetto dell’isolamento, due per documenti mendaci in Australia. Ma non solo: se venisse provato che il suo tampone è stato manomesso per ottenere l’esenzione dal vaccino, il rischio è quello di tre anni di squalifica dal circuito, come spiega L’Equipe: “Sarebbe una bomba in grado di scuotere il mondo del tennis. L’Atp aveva avvertito i giocatori che una manomissione dei test avrebbe potuto portare a tre anni di squalifica. Questa scoperta porterebbe sicuramente alla fine della carriera di Djokovic, l’uomo che è ancora in corsa per diventare il più grande giocatore di tutti i tempi”.
La versione cartacea del tampone e quella digitale hanno date diverse. Il test del 16 dicembre è accompagnato dal numero progressivo 7371999. Orario agli atti: ore 20 del 16 dicembre. Il tampone però ha un altro timestamp, 26 dicembre, ore 14.21, addirittura dieci giorni dopo. Il tampone negativo del 22 dicembre, peraltro, ha un numero di accompagnamento di 7320919, più piccolo di 51.080 unità, quando essendo successivo avrebbe dovuto essere maggiore.
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