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Maria Sharapova e il Meldonium: quanti casi negli ultimi mesi

Maria Sharapova - Foto Ray Giubilo

E’ il 4 luglio 2004 quando una ragazzina poco più che 17enne arriva in finale a Wimbledon, nel tempio sacro del tennis; l’avversaria è Serena Williams, che già all’epoca vantava in bacheca 6 tornei dello Slam. Sembra una finale senza storia, ma lo sport a volte regala favole e così il sogno di questa giovanissima siberiana può compiersi ed a 17 anni non solo Maria Sharapova vince Wimbledon, ma è la prima ed unica russa a riuscire in quest’impresa.

Ieri, 7 marzo 2016, sono passati quasi 12 anni da quella data, Maria ormai è diventata una donna e durante una conferenza stampa tenutasi a Los Angeles ammette di essere stata trovata positiva ad un controllo antidoping a gennaio seguente gli Australian Open. La notizia in pochi minuti fa il giro del web e lascia tutti di stucco. La sostanza proibita in questione è il Meldonium, divenuto illegale dal 1 gennaio 2016. Il farmaco viene prodotto in Lettonia dalla Grindeks e complice l’anno olimpico, controlli più intensi e serrati ai vari atleti, ha già fatto vittime importanti, tutti atleti di spicco nelle rispettive discipline: Olga Abramova e Artem Tyshchenko (biathleti ucraini), Eduard Vorganov (ciclista russo della Katusha), Abeba Aregawi (etiope naturalizzata svedese) ed il connazionale Endeshaw Negesse, iridata nei 1500 la prima, maratoneta da 2h 04’42” di personale il secondo ed infine Ekaterina Bobrova, pattinatrice russa oro europeo e bronzo mondiale nel 2013. A questi nomi si aggiungono Pavel Kulizhnikov, pattinatore russo, e Semien Elistratov, dello short track.

La reazione delle colleghe non si è fatta attendere; l’ex numero 1 del mondo Jennifer Capriati ha sparato a zero sulla siberiana ed esprimendo la propria delusione per quanto accaduto, mentre Martina Navratilova dal proprio account Twitter definisce quello della Sharapova un errore “onesto”, fatto in buona fede. Masha, come ormai viene chiamata, rischia a partire dal 12 marzo prossimo due anni di stop, e a 31 anni quasi compiuti potrebbe mettere fine alla sua carriera. La notizia della sua positività ha scosso tutti perché la campionessa siberiana era considerata un modello dentro e fuori dal campo, in Russia è considerata una vera e proprio eroina moderna, tanto da essere scelta come portabandiera ai Giochi Olimpici di Londra nel 2012, su Facebook la sua pagina ufficiale ha oltre 15 milioni di mi piace, su Twitter quasi 2 milioni di followers. “Masha” ha dichiarato di non voler abbandonare il tennis, non in questo modo, ma molto dipenderà dall’entità della squalifica. Alcuni addetti ai lavori parlano di due anni, altri di 12 mesi e addirittura, i più ottimisti, di 3-6 mesi. Il futuro di Maria Sharapova è ancora incerto, ma la sua reputazione, sia che la sua dichiarazione sia onesta o in malafede, è ormai minata per sempre.

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