
Federica Brignone - Foto Danilo Vigo / IPA Sport / IPA
L’azzurra riaccende il motore del recupero scegliendo gli sci. Due giorni di lavoro indirizzano la gamba sinistra verso nuove risposte, in un passo graduale ma significativo
“È stata una giornata perfetta per rimettersi sugli sci: clima da pieno inverno, piste in ottima salute, scenario vicino al cuore e a casa”, ha spiegato Federica Brignone nella sua più recente uscita pubblica. A 237 giorni dalla caduta del 3 aprile ai Campionati italiani Assoluti – che le aveva causato la frattura del piatto tibiale e dell’apice del perone della gamba sinistra – la campionessa ha scelto il campo da gioco che le appartiene, tornando sulla neve di Cervinia per due allenamenti che segnano un passaggio simbolico e tecnico del suo percorso di recupero.
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Il corpo torna al dialogo con lo scivolo e l’attrezzo
L’esperienza sulla neve, vissuta insieme allo staff tecnico della Federazione, è stata calibrata per ritrovare confidenza con il gesto e misurare le sensazioni della gamba coinvolta. L’atleta ha sottolineato la natura embrionale ma incoraggiante di questo rientro funzionale sugli sci, considerandolo un assaggio, non una tappa conclusiva.
Due girate, due risposte, un terreno di progressi misurati
“Sono davvero felice di aver rimesso gli sci — ha raccontato ai canali della Fisi la due volte regina della Coppa del Mondo di sci alpino —. Ci sono segnali promettenti, ma il lavoro resta lungo. All’inizio i movimenti erano contratti, mi sentivo rigida. Poi il contatto con la neve ha iniziato a essere più naturale: giro dopo giro ho ritrovato sensazioni buone, la gamba ha risposto. È stato come riallacciare un dialogo familiare, una percezione che si costruisce con pazienza”.
Tra palestra e pista, la distanza che si accorcia col metodo
La valdostana ha spiegato che il percorso proseguirà con una programmazione alternata tra moduli di forza in palestra e nuovi ritorni in pista. “Sci, geometrie del corpo e contatto col terreno non sono un’appendice: sono il centro. Le torsioni, gli impatti, le direzioni, gli angoli hanno un linguaggio tutto loro. Dobbiamo continuare a crescere, ma sciare rimane una risposta fondamentale per costruire fiducia, percezione e ritorno tecnico, sincronizzando lavoro fisico ed esperienza sulla neve”.
