Running

Running, Julius Iannitti: “L’Ultimo Sopravvissuto è un’esperienza che porta a superare il nostro limite”

Trofeo Ultimo Sopravvissuto
Trofeo Ultimo Sopravvissuto - Foto Julius Iannitti

L’Ultimo Sopravvissuto, versione nostrana della Backyard Ultra, competizione ideata nel 2011 da Lazarus Lake, è una gara unica nel panorama podistico. Le prime due edizioni si sono svolte a Castellaneta Marina (Taranto), mentre nel 2022 la manifestazione si terrà a Faenza il 27 maggio. Sportface ha incontrato Julius Iannitti, organizzatore dell’evento, per conoscere meglio tutti i segreti di questa competizione.

Buongiorno Julius, prima di parlare de L’Ultimo Sopravvissuto, presentati ai lettori di Sportface.it

Buongiorno a tutti. Ho 52 anni Vivo a Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, paese in cui mi sono trasferito nel 2004 quando mi sono sposato e dall’Irlanda, dove vivevamo, abbiamo deciso di rientrare in Italia per lavorare nell’azienda di famiglia, che produce prodotti biologici. con mio suocero e mio cognato.

Sappiamo che sei un ultramaratoneta appassionato

Come spesso accade, ho giocato a lungo a calcio, ma con il tempo mi sono appassionato al Triathlon, cimentandomi fino all’Ironman. Da lì sono passato alle ultra, dove ho realizzato nel 2010 il sogno della partecipazione dalla Marathon des Sables. Diciamo che poi la cosa mi è sfuggita un po’ di mano, perché da quel momento ho completato 27 maratone e 43 ultra, senza mai un ritiro.

Le gare più belle?

Ho avuto il piacere di partecipare alle più importanti, più dure e belle al mondo come la UltraMilano-Sanremo di 285km (2015), la Spartathlon di 246km (2016), ASA di 490km (2017), la Badwater di 217km (2018) e l’anno scorso la Race Across Apulia, una mia creatura, di 288km. Per il 2022 voglio tornare al triathlon, ma sempre nell’ambito delle ultra (Ultratriathlon) in preparazione per una gara da fare forse nel 2024 o 2025 e che sarà la più dura che avrò, se mai vi riuscirò, completato.

Veniamo a L’Ultimo Sopravvissuto. Spiegaci meglio di che cosa si tratta e dell’idea di portarlo in Italia

 L’Ultimo Sopravvissuto nasce da un’idea di Lazarus Lake che dal 2011 organizza la Backyard Ultra: Backyard è il giardino di casa, che è poi il terreno che circonda la sua fattoria e dove appunto si svolge la gara. Questa competizione ha subito suscitato una forte curiosità in me, tanto da portarla in Italia nel 2019 con la prima edizione, replicata nel 2021 (2020 non si è disputata causa Covid, ndr). È una gara semplicissima, all’apparenza, che si prefigge di far correre i concorrenti su un circuito rigorosamente di 6.7km da completare in 60 minuti, ovvero 100 miglia in 24 ore. Un obiettivo apparentemente facile se non fosse che lo stesso percorso va ripetuto nuovamente allo scadere dei 60 minuti e questo continua fino a quando giro dopo giro tutti i concorrenti si ritirano perché non sono riusciti a completare il giro o perché sfiniti dalla fatica. La sua formula fa avvicinare qualsiasi tipo di runner, soprattutto coloro che non pensano di poter correre gare di lunga distanza. Con L’Ultimo Sopravvissuto invece si possono facilmente superare i propri limiti e osare qualcosa in più, visto che si è liberi di ritirarsi in qualsiasi momento. La cosa più importante, secondo me, è il fatto che non esista una classifica nel senso tradizionale come la conosciamo, ma c’è un solo vincitore, tutti sono ritirati a parte uno,  o meglio la gara mette sullo stesso piano uomo e donna che hanno le stesse possibilità di vittoria. Molte infatti sono le gare in cui la donna si è dimostrata la più forte. Il format che nel 2019 contava poco più di 20 gare, ad oggi ne conta oltre 200 nel mondo.

Che caratteristiche devono avere i concorrenti per partecipare ad una gara del genere? Preparazione fisica e forza mentale. Che cosa conta di più?

Il format de L’Ultimo Sopravvissuto permette a chiunque, anche camminatori veloci, con un po’ di corsa, di partecipare e questo la rende così popolare. A parte quei runner che puntano alla vittoria, non necessita una preparazione come ad esempio per una maratona classica. Il fatto che 6.7km si debbano coprire in 60 minuti fa sì che il giro si possa completare tranquillamente con una corsa alternata alla camminata. Come nella maggior parte delle ultramaratone, il fisico conta, soprattutto se si iniziano a superare le 40 ore, ma è fondamentale la forza mentale. È importante perché bisogna essere capaci di gestirsi all’inizio, penso alle prime 24 ore, quando si è portati ad andare veloci, ma è quando inizia a subentrare la stanchezza e il sonno che la mente ti permette di continuare a percorrere quell’ulteriore giro per rimanere in gara: si pensi che il record del mondo è di 85 ore.

Meglio partire piano o correre forte e avere più tempo per recuperare?

La tattica di gara è molto soggettiva. In generale, guardando i tempi delle varie gare, i giri si attestano sui 50-55 minuti, ma naturalmente ci sono persone che completano il giro tra i 40-45 minuti, alcuni anche più velocemente, ma in genere non hanno lunga vita. È soggettivo perché a qualcuno può far bene riposarsi qualche minuto in più, ma l’attesa tra un giro e l’altro non è detto che faccia bene, così come arrivare vicino al tempo limite è molto pericoloso perché non permetterebbe di avere tempo per un cambio, esigenza personale o nutrirsi. Non dimentichiamo che la gara è in autosufficienza perché non vi sono ristori lungo il percorso, non è permesso l’aiuto, la crew è permessa, ma solo nell’area partenza/arrivo e l’organizzazione non mette a disposizione nulla se non acqua liscia e gasata. Quindi è importante sapere cosa si vuole mangiare e bere e quando. È un ottimo allenamento per chi fa gare molto lunghe, per chi vi si vuole avvicinare e magari sfidarsi sulla capacità o meno di saper sopportare stanchezza e dolori e la notte solitaria, terrore per molti corridori.

Le prime due edizioni, come detto, si sono svolte a Castellaneta.

Vivo a Castellaneta, in particolare a Castellaneta Marina, ed è lì che ho organizzato le prime due edizioni. I partecipanti sono stati circa una cinquantina per ogni edizione. In realtà quella del 2020 aveva registrato molti più partecipanti soprattutto tantissimi dall’estero, grazie alla possibilità di vincere il Golden Ticket, ovvero il premio che permette di partecipare alla finale in Tennessee. Nel 2019 ha vinto Roldano Marzorati e invece nel 2021 a “sopravvivere” è stato Antonio Di Manno

Il 2022 vedrà la gara svolgersi in una nuova location, Faenza, ed una seconda tappa

Il cambio di sede o meglio l’aggiunta di una seconda tappa, Castellaneta Marina ospiterà la nazionale italiana che prenderà parte al Campionato del Mondo per nazioni, è dovuta a due ragioni. Prima di tutto perché volevo portare la gara anche al nord, ma soprattutto per permettere a più persone possibile  di partecipare e avvicinarsi. A maggio si terrà, quindi, la prima tappa del 2022 a Faenza che grazie all’appoggio dell’amministrazione comunale, nella persona dell’assessore Laghi, ha accolto favorevolmente l’idea, ma anche grazie agli amici che risiedono a Faenza oltre ai presidenti delle società sportive che da subito hanno dato la loro disponibilità nell’aiutarmi ad organizzare il tutto. Il percorso sarà molto diverso da quello di Castellaneta, dove i 6.7km sono fatti di spiaggia, pineta e asfalto rendendo il circuito uno dei più ostici al mondo: il record della gara è di “soli” 31 giro/ore. A Faenza ho ricavato il circuito da quello che i runner faentini chiamano “l’anello dei 4 ponti”. Un giro piatto lungo l’argine del fiume Lamone che vede la partenza e l’arrivo nel piazzale antistante la palestra Lucchesi, che i più conoscono in quanto sede per riposarsi per coloro che corrono la 100km del Passatore. Bisogna dire che l’aumento delle gare nel mondo ha comportato una modifica nel metodo per qualificarsi al campionato mondiale per singoli che si tiene in America. Se fino all’anno scorso alcune tappe, come Castellaneta, davano la possibilità di vincere il Golden Ticket e volare da Laz, ora il sistema qualificante è stato modificato. Negli anni pari (2022-2024-2026 e così via), si tiene ad ottobre il Campionato del Mondo a squadre. 15 corridori rappresentano il proprio paese e all’interno della competizione internazionale, tra i 15 quello che farà più giri, se rientrerà tra i 50 più forti al mondo sarà automaticamente qualificato per il campionato del mondo per singoli che invece si terrà negli anni dispari (2023-2025-2027 e così via). In quanto incaricato di formare la selezione per l’Italia sceglierò tra i partecipanti di Faenza e se ci sono italiani all’estero che si distingueranno in gare simili altrove i 13 atleti. I restanti due posti sono assegnati di diritto ai due ultimi vincitori, se confermeranno la loro partecipazione che formeranno la nazionale e che verranno a Castellaneta Marina per difendere i colori azzurri. Naturalmente contemporaneamente la gara sarà aperta a tutti che faranno gara a parte. Le date non sono state annunciate, ma solitamente coincidono con il secondo fine settimana di ottobre. Quindi ottobre 2022 Campionato del Mondo per nazioni che si terrà a Castellaneta Marina (ogni paese organizza la propria nazionale e location e tutti sono in collegamento live) e ottobre 2023 campionato del Mondo per singoli (la gara più ambita).

SportFace