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Fine di un sogno. L’Olimpiade 2024 non si farà a Roma, è ufficiale. A confermare il ritiro della candidatura è il presidente del Coni Giovanni Malagò, che in una commossa conferenza stampa al Salone d’Onore del Foro Italico, ha ammesso: “Abbiamo fatto una figuraccia, volevo sotterrarmi dinanzi al Cio. Questo ritiro è inaccettabile e arriva dopo tre anni di duro lavoro. C’è un solo precedente che riguarda la città di Vancouver nel 1974. Pagheremo a caro prezzo questa decisione“. Poi il numero uno dello sport italiano ha smentito punto a punto le motivazioni del “no” avanzate dalla sindaca di Roma Virginia Raggi e ha confidato di aver chiesto, invano, un incontro con Beppe Grillo.
Qui di seguito potete rivivere la diretta scritta della conferenza stampa di Giovanni Malagò a cura di Sportface.it
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13.40 – Giovanni Malagò risponde alle domande dei giornalisti presenti: “La decisione del comune era predefinita, predeterminata. Abbiamo candidato Roma solo per l’Agenda 2020 del Cio, ma se qualcuno non vuole ascoltare, per noi non c’è niente da fare. Quanto ci vorrà per riassorbire la ferita? Ci abbiamo messo 102 anni per avere il comitato olimpico nazionale più considerato a livello internazionale. Ci abbiamo messo tanto a superare il no di Monti, arrivato in un momento diverso. Ora dobbiamo ripartire per scalare la montagna: non so quanto ci vorrà, ma sarà dura”, ha detto il numero uno del Coni.
13.07 – Finisce qua il monologo di Giovanni Malagò con un commosso abbraccio con Diana Bianchedi, coordinatrice generale, e un lungo applauso.
13.04 – “Formalmente esiste ancora possibilità, ma non ci votano più. Abbiamo perso credibilità“. Il presidente del Coni sta ora ringraziando le persone che hanno lavorato in questi tre anni al progetto, a cominciare dal presidente del comitato paralimpico italiano Luca Pancalli.
12.58 – Sul referendum: “Siamo stati sempre contrari, oppure si sceglie un sistema ideale e si ascolta la disponibilità della città. Però dopo tre anni non puoi farlo: le regole valgono per tutti. Vi rendete conto la figuraccia che abbiamo fatto? Di fronte al Cio mi volevo sotterrare, ma loro mi hanno detto: ‘Più di questo non potevi fare, lo sappiamo’. Da oggi il Comitato promotore è in liquidazione”, dichiara Malagò.
12.50 – Prosegue Malagò: “Nella mia testa avevo in mente tre nomi, che sarebbero stati ideali per la governance. Per il presidente del Comitato organizzatore avevo pensato a Nerio Alessandri, avrei affidato la supervisione a Renzo Piano e infine avrei coinvolto anche il generale Enrico Cataldi. Ho provato a parlarne con Beppe Grillo, non sono riuscito a organizzare un incontro. Sarebbe stato difficile dire no a questi tre nomi, ma io non ho mai potuto parlare neppure con la sindaca. Faccio gli auguri alla città di Roma e lo dico senza nessun tipo di ironia. Io faccio il tifo affinché le cose si risolvano”.
12.45 – Si passa ora all’analisi di alcune slides: Malagò spiega gli eventi ospitati al Foro Italico, dal Settecolli di nuoto agli Internazionali di Tennis e parla di “Fatturato globale di oltre 260 milioni di euro“, prima di ribadire: “Nessun no può cancellare la nostra storia”
12.40 – Il presidente del Coni starà ora smentendo punto a punto le motivazione del “no” avanzate della sindaca di Roma Virginia Raggi: “Per la Raggi è l’Olimpiade del mattone? Non è vero e bastava leggere il dossier: il 70% degli impianti è già esistente”. Sui presunti ritiri della candidature citati dalla Raggi: “Madrid si è candidata quattro volte, tre consecutive nel 2012, 2016 e 2020, arrivando terza, seconda e terza. Stavolta non ha ritirato la sua candidatura, ma deciso dii non riprovare. Gli Stati Uniti non si sono ritirati, hanno solo deciso di candidare Los Angeles e non Boston, ritenendo di avere chance in più. Per Amburgo è una situazione diversa, perché la candidatura era subordinata al referendum, quindi non è mai partita – prosegue Malagò – Quasi il 70 per cento dei romani ha detto no all’Olimpiade votando la Raggi? Non è così, mi dispiace. Anche la Raggi ha a disposizione tutti i recenti sondaggi, che danno sempre più romani favorevoli alla candidatura. Per la Raggi è l’Olimpiade dello spreco? Non è così. La città di Roma non avrebbe pagato un euro, come è scritto nel dossier. Tutte le spese sarebbero state a carico del governo e del Cio. Bastava leggere attentamente il dossier per sapere queste cose. Paghiamo i debiti del 1960? Mi dispiace, ma non è vero. Il commissario al debito del comune di Roma, Scozzese, mi ha fatto pervenire una relazione depositata ad aprile alla Camera, in cui si chiarisce che la cifra è riferita agli espropri effettuati e il debito è di poche centinaia di migliaia di euro“.
12.33 – “In questi giorni ho studiato molto, ho valutato possibilità di soluzioni alternative, nuovi percorsi. Per questo ho deciso di candidare per la sessione del Cio del 2019 la città di Milano. È la prima sessione possibile e credo questo sia il nostro primo passo per riavvicinare l’Italia dopo questo inaccettabile ritiro di Roma2024”, ha affermato Malagò.
12.30 – Prosegue Malagò: “Interrompere questo processo a undici mesi dalla scelta non è un record storico. C’è un precedente molto triste e ve lo cito per capire quale danno sia stato arrecato allo sport italiano. Era il 4 aprile 1974, città canadese di Vancouver si ritirò dalla corsa sei mesi prima dell’assegnazione, lasciando all’americana Lake Placid la vittoria. Vancouver è riuscita ad avere l’Olimpiade ma solo nel 2010, nel frattempo il Canada è riuscito ad avere due assegnazioni, Montreal e e Calgary, ma Vancouver ha pagato un prezzo scellerato“.
12.29 – “Forse non tutti sanno che il Cio riconosce come interlocutore istituzionale solo i comitato olimpici. Chiunque può scrivere al Cio, ma l’unica lettera che conta è quella del comitato olimpico nazionale“.
12.27 – Inizia la conferenza stampa di Malagò. “Questa mattina ho scritto al Cio la lettera con la quale interrompiamo il discorso di candidatura di Roma 2024”.