Nuoto

Rio 2016, nuoto: Italia fanalino di coda nella 4×100, Stati Uniti da record

Federica Pellegrini - Rio 2016 - Foto Mezzelani/Ferraro/Gmt

Sugli spalti dell’Acquatics Stadium di Rio, ancora impregnati delle emozioni dei 1500 stile libero, l’ultima giornata del nuoto in vasca corta di questa edizione dei Giochi olimpici, si conclude con le finali dei 50 stile libero al femminile e con le staffette 4×100 m misti.

Nella gara regina della velocità, si consacra sul tetto del mondo la sprinter danese Pernille Blume: una performance davvero straordinaria archiviata con un eloquente 24’07 che le regala la medaglia d’oro davanti alla dominatrice dei 100, Simone Manuel (24’09) e Aliaksandra Herasimena, che conquista il gradino più basso del podio. Le emozioni e lo spettacolo per gli azzurri non finiscono qui: nella finale dei 400 m misti, l’Italia  prova a dire la sua per salutare un’Olimpiade che sia avvia alla conclusione.

Nonostante il raggiungimento del nuovo record italiano fatto registrare durante la semifinale (3’59”09), la staffetta azzurra non riesce però a migliorar e il proprio crono: una gara tutta in salita per le nostre atlete dopo un primo passaggio non eccellente di Carlotta Zofkova. Un’eredità difficile da raccogliere già nella seconda frazione che vede scendere in vasca Arianna Castiglioni nella rana, in ultima posizione. Mentre le statunitensi blindano la corsa all’oro timbrando un tempo ineguagliabile in 3’53’13, davanti ad Australia e Danimarca, le italiane non riescono a colmare l’immenso gap neppure con l’ingresso in vasca di Federica Pellegrini, che dà il cambio a Martina Carraro. L’Italia chiude in 3’59”50, peggiorando la prestazione del mattino in una gara in cui le speranze di medaglia erano del tutto impossibili da accarezzare.

Spettacolo da brividi nella gara che conclude l’Olimpiade di nuoto di Rio de Janeiro: a dominare nella 4×100 misti al maschili che regala una ben prevedibile doppietta statunitense. In vasca i campioni della velocità dalla breve distanza: la spaventosa progressione degli Usa inizia con Ryan Murphy che mette a segno un passaggio da 51’85 nel dorso, per poi passare il testimone ad Adam Peaty (59’59 la frazione del ranista). Un gioco da ragazzi completare l’opera per Michael Phelps, che cinge al collo l’ennesima medaglia d’oro, e Adrian che chiude una staffetta a dir poco mostruosa in 3’27’95 da record assoluto. Una staffetta, quella americana, che si consacra ancora una volta sul tetto del mondo alimentando un mito che né il tempo né la storia potrà mai intaccare.

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