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“Sono amareggiata, mi dispiace“. Inevitabile un po’ di rammarico per Elena Micheli, che ha risalito la classifica con la scherma la prova di equitazione l’ha poi fatta precipitare nel pentathlon moderno di Tokyo 2020. L’azzurra ha provato ad analizzare e spiegare ai microfoni di Sportface.it i motivi del passaggio a vuoto: “Un po’ l’emozione, uno si concentra ma più mi dicevo di rimanere concentrata e meno lo ero. Sono entrata in campo gara nell’equitazione che era tutto perfetto, era come volevo, il cavallo mi ha spiazzata e io non mi sono fatta trovare pronta al momento giusto. È comunque esperienza“.
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Micheli però non si nasconde e si prende la responsabilità di quanto successo: “Non potrei mai dare la colpa al cavallo, anche perché il giro prima lo aveva fatto bene. Sono io che non sono entrata in sintonia con lui, non gli ho chiesto ciò di cui aveva bisogno, gli ho chiesto altro e ha risposto in tutt’altro modo. Mi sento responsabile, fa parte del gioco: montare un cavallo che non si conosce significa proprio andare incontro a questi rischi. L’esperienza è un gran fattore, io essendo giovane e alla prima Olimpiade, anche se a porte chiuse non è la stessa cosa, l’ho sentita“.
L’azzurra non si abbatte e da Tokyo si porta a casa “sicuramente tanti punti su cui migliorare, sembra una giustificazione ma sarebbe stato troppo facile arrivare qui a 22 anni e fare tutto perfetto. Ho qualcosa su cui lavorare e so da dove partire, quindi saranno altri tre anni di costruzione e speriamo di migliorare a tutto tondo“. Infine, Micheli ha commentato l’amaro quarto posto della compagna di squadra Alice Sotero: “Ho seguito la sua gara da dietro e sinceramente mi è dispiaciuto. L’emozione anche al tiro gioca brutti scherzi molte volte, quindi la capisco benissimo: partendo là davanti magari non è riuscita ad esprimersi al meglio al tiro e nonostante abbia reagito alla grande, qua vince chi sbaglia meno. Ha fatto una cosa epica: arrivare quarta a un Olimpiade, settima all’altra, vuol dire essere un’atleta eccellente“.
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