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Interazionali d’Italia 2022, Djokovic: “Roma la mia seconda casa, il pubblico è spesso dalla mia parte”

Novak Djokovic - Foto Ray Giubilo

Credo di aver imparato come trovare il modo di vincere adattandomi. Anche con tutti questi anni di esperienza e nonostante la conoscenza degli avversari, è diverso quando giochi la partita. Ci sono aspettative, emozioni: le ha il pubblico e le ha il team. Non è facile tenere lo stesso livello dell’allenamento o attuare la strategia preparata prima di scendere in campo. Karatsev è un giocatore che sta molto vicino alla riga, gioca molto veloce e prende tempo all’avversario. Con lui non si sa mai, se sente la palla bene può essere pericoloso su tutte le superfici e lo ha dimostrato. Oggi ha fatto molto errori e mi ha concesso dei break. Sono contento del mio gioco, ma posso giocare meglio, lo so“. Queste le parole di Novak Djokovic, intervenuto in conferenza stampa dopo la sua vittoria al debutto negli Internazionali d’Italia 2022.

Il serbo ha poi aggiunto: “Il sostegno del pubblico è sempre importante. La verità è che durante la mia carriera il pubblico spesso non è stato dalla mia parte. Qui a Roma invece l’ho sempre avuto a favore. C’è un motivo se dico che Roma è la mia seconda casa, sento affetto del pubblico. Ho scritto “Uno di noi” per due ragazzi che sono venuti – forse più di dieci anni fa – a vedere una mia partita e cantavano “Nole è uno di noi”. Li ho rivisti dopo anni, ora sono uomini e ho scritto questo per loro. E’ una bella storia di affetto con il pubblico italiano. Le mie sensazioni cambiano con il pubblico dalla mia, sento di aver il vento in poppa. Ogni atleta nel mondo spera di poter avere il tifo del pubblico“.

Tra i temi affrontati da Djokovic, anche la sconfitta: “Può accadere, a prescindere dalla mia considerazione o meno. Naturalmente cerco sempre di vincere e se vuoi arrivare al livello più alto nel tennis devi avere sempre questa mentalità. Non voglio solo divertirmi, voglio vincere e divertirmi. Non sono però l’unico nel mondo a volerlo. Sono abituato ad essere in una posizione dove mi aspetto tanto da me stesso ed altri si aspettano tanto da me. Ho scelto di continuare, amo questo sport. Ancora vivo belle emozioni quando viaggio e gioco davanti al pubblico. Come tutto nella vita ci sono cose positive e negative, ma quelle positive contano di più per me“.

Infine, il numero uno al mondo ha detto la sua in merito alle polemiche sollevate da Zverev in merito alla programmazione di Madrid: “Ho parlato con Sascha e mi ha detto qualcosa sull’ordine di gioco di Madrid. Sono d’accordo con lui in questo caso. Come giocatore non vuoi finire la partita all’1 e mezza di notte, andare a dormire alle 4.00 e poi giocare la finale. Non dico che Alcaraz non abbia meritato, però sicuramente Zverev che non ha dormito bene e ne avrà risentito qualcosa sul campo. Questo però è un discorso più grande di Madrid. Anche qui hanno due sessioni, diurna e serale. Capisco la prospettiva del torneo che vuole vendere più biglietti e capisco i diritti tv. Però crea problemi quando si va avanti nel torneo e per questo noi giocatori vogliamo parlare di più di queste cose. Quando arriviamo al torneo è troppo tardi perché contratti con televisioni sono firmati, bisogna parlarne prima. Capisco i giocatori che parlano di queste cose con la stampa perché non sanno come cambiarle“.

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