
Il classe 2007 ha conquistato due podi nelle finali di specialità ai Mondiali Junior di ginnastica artistica nelle Filippine. Oggi torna in pedana per la finale al volteggio insieme a Riccardo Ruggeri.
Dovevano essere i Mondiali della speranza quelli di ginnastica artistica per l’Italia. Sono diventati, ieri, i Mondiali di Simone Speranza. Un doppio argento che vale oro per lo junior siciliano classe 2007, unico atleta capace di conquistare due medaglie nella prima giornata delle finali di specialità. Due titoli da vicecampione del mondo che consacrano il diciottenne siracusano come uno dei protagonisti assoluti del terzo “mundialito” FIG.
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Il verde come la speranza, il bianco come la tuta Freddy, il rosso come la rabbia per quel triplo in uscita agli anelli non “stoppato”, errore che gli è costato l’oro. È mancato l’Inno di Mameli, è vero, ma il Tricolore – proprio nel giorno in cui, a Reggio Emilia, si disputava anche il Grand Prix della Ginnastica – è salito due volte sul pennone della Marriott Grand Ballroom grazie a un ginnasta piccolo di statura ma destinato a diventare grande, forse immenso.
«Sono contento, e come potrei non esserlo?», ha raccontato ieri Speranza in mixed zone. «Il podio al corpo libero non me l’aspettavo: ero entrato con il settimo punteggio e puntare ai primi tre posti sembrava impossibile. Alla fine sono arrivato secondo a 67 millesimi dal primo… un po’ di rammarico c’è, ma va benissimo così».
Molto più amaro invece il retrogusto degli anelli: «L’arrivo dell’esercizio mi brucia. Se avessi stoppato come faccio sempre, l’oro sarebbe stato mio. Reive ha vinto con merito, ma io ho sbagliato e mi servirà per il futuro. Ora mi godo questa doppia piazza d’onore che dedico alla mia famiglia, al mio allenatore, ai miei compagni e alla Federazione».
E poi la promessa: «Oggi torno in pedana al volteggio con Riccardo Ruggeri: vogliamo essere ancora protagonisti».
Il racconto della gara
Il pomeriggio era iniziato alla grande per l’Italia. Nel corpo libero, Speranza – entrato da outsider – ha sfoderato un esercizio quasi perfetto da 13.766 (5.300 – 8.466), secondo soltanto al cinese Lambin Yang (13.833).
Il russo Arsenii Dukhno, ultimo a scendere, era il favoritissimo, ma un errore grave gli ha fatto perdere anche il podio.
Risultato: oro a Yang, argento a Speranza, bronzo all’idolo di casa Kje Yulo (13.733).
Nella prova femminile, la romana Mia Proietti ha sfiorato una medaglia che sarebbe stata meritatissima. Con una media di 13.483, è rimasta a soli 83 millesimi dal bronzo, chiudendo quarta dietro Crain (USA), Nishiyama (JPN) e Blanaru (ROU).
La finale agli anelli
Alle 17:02 di ieri è partita la finale agli anelli. Dopo le prove altalenanti degli altri concorrenti, Speranza ha mostrato il livello più alto in pedana con la nota D migliore di tutti (5.000). Routine splendida, pulita, forte, fino all’uscita: quel triplo che gli aveva garantito persino il bonus nelle qualifiche stavolta non si ferma.
Passo avanti, equilibrio da recuperare, e tre decimi che pesano come macigni.
Il suo 13.666 rimane un punteggio eccellente, ma non basta per respingere l’attacco finale dell’americano Dante Reive. Con un esercizio impeccabile e il bonus da 0.1 sull’uscita, lo statunitense sale a 13.866 e conquista l’oro, lasciando Speranza al secondo posto davanti al cinese Wang (13.466).
Un colpo durissimo, ma la reazione del siciliano è stata immediata: testa già alla finale odierna.
Oggi torna in pedana
Oggi, nella giornata conclusiva, Speranza cercherà un’altra impresa nella finale al volteggio, affiancato dal connazionale Riccardo Ruggeri.
In gara anche un’altra azzurra siciliana, Eleonora Calaciura, impegnata nella finale al corpo libero.
L’Italia junior non vuole fermarsi: la speranza – e stavolta anche Speranza – è ancora tutta lì.
