Spari contro un gruppo di atleti di ciclismo, in mezzo alla strada. Il terrore avvolge il mondo della bicicletta.
Sembra un estratto della famosa canzone di De Gregori, Il bandito e il campione dove si racontano le gesta di Girardengo e Sante Pollastri, il bandito ciclista. Eppure, è tutto vero: in queste ore il mondo del ciclismo professionistico è stato travolto da una notizia che ha dell’incredibile. Alcuni atleti sono stati fatti oggetto di spari di arma da fuoco, il tutto durante un normale momento di sport e condivisione.
Vittima dell’agguato, il team Sc Padovani Polo Cherry Bank che comprende in direzione Dimitri Konychev, Matteo Paiola, Franco Lampugnani e Biagio Conte e che è rimasto comprensibilmente sotto shock per quanto avvenuto. I motivi dell’agguato non sono ancora chiari: alcune testate riportano la notizia che la persona avrebbe agito perché “infastidita” dalla presenza dei ciclisti sulla strada.
Dal fatto che l’auto sembri puntare proprio gli atleti, però, non si può escludere nemmeno la possibilità di un gesto premeditato le cui cause sono del tutto ignote. Solo le indagini delle autorità che si svolgeranno in queste ore potranno dare una risposta al gesto, ripreso in un video da brividi in cui si vede uno dei ciclisti abbassare a malapena in tempo la testa davanti all’arma.
Spari sui ciclisti, poteva finire malissimo
L’episodio ha avuto luogo sulla Statale 12 in provincia di Verona, tra le strade fuori Dolcè. Come si vede nel video, una fila di atleti appartenenti al gruppo sportivo procedono sulla statale, uno dietro l’altro e al margine della strada per limitare il fastidio arrecato alle altre automobili. All’improvviso, una BMW si avvicina agli atleti di testa e, come testimoniato, accade l’impensabile agli atleti.
Una persona non identificata si affaccia con un’arma. Uno dei ciclisti di istinto si abbassa poi partono dei colpi di arma da fuoco, non è ancora chiaro se a salve o se effettivamente esplosi con l’intento di uccidere o ferire. L’automobile riparte di gran carriera mentre gli atleti, forse sotto shock per l’accaduto, continuano a pedalare. Un evento spaventoso che avrà sicuramente lasciato un segno su di loro.
La società ha condiviso il video chiedendo maggiore rispetto e consapevolezza verso i professionisti della bici: “Contro la follia di certi soggetti, non possiamo fare davvero niente” si legge nella didascalia che accompagna sulla pagina Instagram del centro sportivo il video incriminato. Le immagini, ora, parlano da sole.
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