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È il terzo e ultimo grande giro della stagione, ma mai come quest’anno la Vuelta a España si preannuncia spettacolare e appassionante. Sì, perché l’edizione numero 72 della corsa a tappe iberica vedrà schierarsi ai propri nastri di partenza (quasi) tutto il meglio del ciclismo mondiale. A eccezione del vincitore uscente Nairo Quintana, del suo compagno di squadra Alejandro Valverde e del re del Giro 2017 Tom Dumoulin (assenti per motivi diversi), i maggiori interpreti dei grandi giri saranno al via da Nîmes – in Francia – per darsi battaglia nelle tre settimane di corsa e conquistare infine l’ambita maglia roja.
I favori del pronostico non possono che spettare a Chris Froome (Team Sky). Il 32enne britannico nato in Kenya, che meno di un mese fa ha conquistato il suo quarto Tour de France, proverà ad aggiungere al suo palmarès una corsa fin qui stregata per lui. Fu proprio alla Vuelta del 2011 che Froome rivelò per la prima volta le sue qualità su un grande palcoscenico; in quell’occasione colse il primo di tre secondi posti finali (l’ultimo dei quali risale allo scorso anno). Da quando la Vuelta segue il Tour de France in calendario, del resto, nessuno ha mai saputo conquistare i due grandi giri nella stessa stagione; dopo aver fallito più volte tale appuntamento con la storia, quindi, Froome ci riprova. Forte in salita (dove tuttavia non sembra più irresistibile come un tempo) e a cronometro, il “Kenyano bianco” potrà contare come sempre sulla corazzata britannica che risponde al nome del Team Sky.
Froome dovrà vedersela tuttavia con chi la Vuelta in passato l’ha già vinta. A cominciare da due italiani “figli delle isole”: Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) e Fabio Aru (Astana Pro Team). I nostri due portacolori si presentano alla corsa a tappe iberica in condizioni diverse, ma pronti a dare battaglia. Nibali, che al Giro d’Italia di quest’anno ha dimostrato di poter ancora esprimersi sui livelli abituali, fa ritorno in Spagna dove vinse nel 2010 e fu secondo nel 2013. Aru, che la Vuelta conquistò due anni fa, è reduce dal trionfo al campionato italiano e da un Tour che lo ha visto grande protagonista (prima che una bronchite lo tagliasse fuori dalla lotta al podio). La condizione dovrebbe favorire il siciliano, ma entrambi – per la prima volta avversari in un grande giro – avranno modo di giocarsi le proprie carte e farci divertire.
A un ruolo da protagonisti si candidano inoltre due francesi, sugli scudi al recente Tour de France. Si tratta di Romain Bardet (AG2R-La Mondiale), giunto terzo sul podio parigino, e Warren Barguil (Team Sunweb), che proprio alla Vuelta si mise in luce per la prima volta vincendo due tappe nel 2013 (quante ne ha conquistate all’ultima edizione della Grande Boucle, nella quale ha fatto sua anche la maglia a pois di miglior scalatore). Bardet potrà contare peraltro sull’appoggio del nostro Domenico Pozzovivo: le salite non mancheranno e lo scalatore lucano avrà forse modo di dire la sua. Lo stesso vale per Davide Formolo (Cannondale-Drapac), che dividerà i gradi di capitano con lo statunitense Andrew Talansky.
Tra gli altri possibili outsider, il russo Ilnur Zakarin (Team Katusha-Alpecin), giunto quinto all’ultimo Giro d’Italia; ma anche l’olandese Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo), che alla corsa rosa fu assoluto protagonista nel 2016, ma che quest’anno invece ha deluso e alla Vuelta andrà in cerca di riscatto. Voglia di rivincita anche per il polacco Rafał Majka (Bora-Hansgrohe), scalatore cui le cadute hanno impedito di mettersi in evidenza al recente Tour de France. Vi è poi curiosità intorno al tridente schierato dalla Orica-Scott: i britannici gemelli Adam e Simon Yates (visti quest’anno rispettivamente al Giro e al Tour) e il colombiano Esteban Chaves, finora lontano parente – causa guai fisici – dello splendido “Colibrì” ammirato lo scorso anno. Da seguire anche il giovane sudafricano Louis Meintjes (UAE Emirates), scalatore con ampi margini di crescita.
Alla Vuelta 2017 andrà in scena l’ultima recita del “Pistolero”, Alberto Contador (Trek-Segafredo). Il fuoriclasse spagnolo, che compirà 35 anni il prossimo 6 dicembre, appenderà la bici al chiodo al termine di questa corsa, nella quale – c’è da scommetterci – farà di tutto per lasciare il segno. Gli organizzatori, nel frattempo, hanno deciso di riservargli un onore particolare: Contador disputerà infatti la sua ultima corsa con il dorsale numero 1. Un riconoscimento più che meritato per chi al ciclismo ha dato così tanto e proprio alla Vuelta – vinta tre volte – ha scritto alcune tra le pagine più belle di una strepitosa carriera.