Il Milan non può permettersi altri passi falsi se vorrà ambire allo Scudetto. Per Allegri però arriva un’altra batosta dopo la Supercoppa Italiana.
Il mercato come bussola, la stagione come prova del nove. Il Milan di Massimiliano Allegri si avvicina alla ripresa del campionato con la consapevolezza che il lavoro avviato in estate non sia ancora del tutto completato. I rossoneri hanno cambiato molto, investendo in maniera significativa su più reparti, ma i primi mesi di stagione hanno evidenziato limiti strutturali che non possono essere ignorati. La Supercoppa, con il suo carico di tensione e aspettative, ha finito per accentuare alcune fragilità già note, offrendo allo stesso tempo una pausa utile per riflettere e correggere.
Allegri ha più volte ribadito come la priorità resti il recupero dei giocatori già presenti in rosa, ma la realtà racconta altro. La difesa ha alternato buone prestazioni a passaggi a vuoto improvvisi, il centrocampo ha mostrato difficoltà nel garantire continuità e intensità per tutti i novanta minuti, mentre davanti gli infortuni e le condizioni fisiche precarie hanno ridotto le rotazioni. In questo contesto, gennaio diventa inevitabilmente un mese chiave: non per stravolgere, ma per sistemare.
La ripresa del campionato, dopo lo stop legato alla Supercoppa, imporrà al Milan di ritrovare subito equilibrio e risultati. Il calendario non concederà tempo e Allegri lo sa bene. Le parole pronunciate in conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Napoli lo confermano: attenzione ai dettagli difensivi, gestione dei momenti della partita, necessità di alzare il livello tecnico contro squadre aggressive e organizzate. Segnali chiari di un allenatore che non intende sprecare il resto della stagione e che guarda al mercato come a uno strumento di supporto, non come a una scorciatoia. Tuttavia l’allenatore livornese è già costretto a incassare la prima batosta.
Musah non si muove da Bergamo: niente rientro a Milano
Dentro questo scenario si inserisce anche la situazione di Yunus Musah, centrocampista statunitense classe 2002, oggi in forza all’Atalanta. Il suo prestito a Bergamo doveva rappresentare un passaggio di crescita importante, un’occasione per trovare continuità e consolidare quanto mostrato a sprazzi nella sua esperienza al Milan. Fin qui, però, le cose non sono andate come previsto.
Musah sta giocando meno del previsto e non è riuscito a ritagliarsi un ruolo centrale nelle rotazioni nerazzurre. Le sue qualità restano evidenti: fisicità, dinamismo, capacità di coprire più ruoli a centrocampo. Tuttavia, la mancanza di continuità ne ha limitato l’impatto e acceso interrogativi sul suo futuro immediato. Interrogativi che, però, non prevedono un ritorno in rossonero nel breve periodo.
A chiarire definitivamente il quadro ci ha pensato Luca Bianchin, giornalista de La Gazzetta dello Sport, con parole nette e difficilmente interpretabili: “Non si riporterà a Milano Yunus Musah: l’americano a Bergamo sta giocando molto meno del previsto, ma non tornerà in rossonero e, per regolamento, non può trasferirsi in una terza squadra”. Una dichiarazione che chiude ogni spiraglio su un possibile rientro anticipato. Le norme impediscono nuovi spostamenti e il Milan dovrà quindi fare le proprie valutazioni guardando altrove. Musah resta un profilo interessante per il futuro, ma il suo percorso è ormai instradato fino a fine stagione.










