Serie A

Tavecchio: “Nostri diritti tv sono 1/3 di quelli inglesi. Capii che non era questione risolvibile”

Carlo Tavecchio - Foto Sportface

“Più ci sono interessi economici di questa portata e più emergono situazioni interne differenziate. I nostri diritti televisivi sono 1/3 di quelli inglesi. Ci vuole una conduzione manageriale che non intervenga solo sotto l’aspetto sportivo ma anche commerciale e imprenditoriale. Quando l’ho fatto, ho capito che la questione non era solubile. Abbiamo portato a casa i diritti televisivi con urgenza. Poi dopo è successo quello che abbiamo visto. Il sistema calcio va rivisitato alla luce di un’analisi serena mettendosi in concorrenza con gli arabi e con chi ha delle possibilità economiche importanti”. Queste le parole di Carlo Tavecchio, ex presidente Figc, in un intervento ai microfoni di Radio Punto Nuovo.

Molti i temi toccati dal dirigente, tra cui quello delle plusvalenze: Non sono ordinate dal medico. Se sono oggetto di una valutazione, di un’analisi di mercato e il giocatore di 18 anni vale 100 mila euro, è un discorso che deve essere controllato. Se non lo si controlla, c’è una responsabilità oggettiva di chi gestisce. Ma non è il concetto di plusvalenza che è sbagliato”, spiega Tavecchio. Che poi sottolinea: Siamo tutti ipocriti qui, al punto di dire che noi possiamo permettere un sistema che ha il 95% dei costi gestionali, che ha super valutazioni di stipendi, che ha situazioni incredibili di comportamenti anti economici, allora possiamo andare a replicare sulle plusvalenze. Ma quando si danno 7 milioni l’anno a un giocatore che fa una partita ogni tre mesi, allora non ci siamo.

Infine, sul tema delle multiproprietà, che ha toccato quest’anno la Serie A con Lotito alla guida di Lazio e Salernitana, Tavecchio ha concluso: “Bisogna mettersi nei panni di chi ha sul tavolo una città che perde la sua squadra, perde tutti gli interessi perché non ci sono imprenditori. Quando abbiamo fatto la multiproprietà abbiamo messo per iscritto che non si può mai arrivare alla massima categoria. Gli interessi in Serie A non possono essere di un unico proprietario, è chiaro come il sole.

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