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“Quanti organi abbiamo interpellato per l’apertura della curva Sud? È una procedura normale, vengono interpellati gli organi di polizia, l’Osservatorio, tutti quanti. Tutta la filiera deve essere informata. Se lo sapeva anche il Coni? Credo di sì”. Lo ha dichiarato il portavoce della Lazio Arturo Diaconale tornando sulla questione dell’opportunità concessa dalla società ai tifosi biancocelesti abbonati in curva Nord, squalificata per razzismo, di acquistare un biglietto in Sud per la partita contro il Cagliari.
Un comportamento finito sotto la lente di ingrandimento della Procura della Federcalcio dopo l’episodio degli adesivi antisemiti attaccati da alcuni sostenitori laziali in curva. “Se non ci fosse stato questo incidente, nessuno avrebbe denunciato questa cosa (lo spostamento dei tifosi in Sud, ndr) che tutti quanti già sapevano – ha sottolineato Diaconale ai microfoni di Radio Radio – Noi accusati di slealtà sportiva? Non c’è proprio alcun fondamento. E poi dobbiamo pure togliere un altro equivoco: non è che la curva Nord è della Lazio e la Sud è della Roma. Quando la Roma gioca in casa, i tifosi romanisti possono andare e vanno anche in Nord, e viceversa. Lo stadio è aperto. Se un provvedimento chiude una parte dello stadio, tutto il resto dell’impianto è aperto: quindi non è che li abbiamo spostati nella curva della Roma compiendo un atto indebito di occupazione di uno spazio riservato ad altri. Non è così, non c’è nessuna riserva”.
Infine il portavoce della Lazio ha voluto precisare un altro aspetto: “Voglio smentire anche un altro sospetto che è stato alimentato da qualcuno, vale a dire che tutta questa operazione sia stata mossa da interessi speculativi, economici – ha dichiarato Diaconale – Ma con i biglietti venduti a un euro? Non c’è alcuna speculazione”.