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Il Covid-19 torna a colpire la Serie A. E lo fa in maniera forte e decisa: quasi un centinaio le positività tra giocatori e membri dello staff, diciannove squadre su venti colpite (solo la Lazio al momento è senza contagi) e in alcuni casi veri e propri focolai che mettono a repentaglio l’attività sportiva. Ma la posizione della Lega di Serie A è forte e chiara: nessuna partita, da qui a fine campionato, verrà rinviata. Neanche con 15-20 casi a squadra. Infatti nel regolamento di quest’anno non c’è scritto da nessuna parte che si deve avere un numero minimo di contagiati per chiedere il rinvio, regola che invece valeva per lo scorso anno (un bonus annuale superate le dieci positività).
E dunque a decidere il calendario di Serie A, tenetevi forte, saranno le Asl. Sì, perché, di fronte al blocco dell’autorità sanitaria, come abbiamo visto l’anno scorso con Juventus-Napoli e Lazio-Torino, le leggi dello sport non possono fare altro che accettare. Così come accadrà per le due partite della Salernitana, quella di Udine dello scorso 22 dicembre, e la prossima con il Venezia, che non si potranno giocare. Le scene saranno quelle viste e riviste: la squadra avversaria si presenta al campo insieme agli ufficiali di gara, si aspettano i canonici quarantacinque minuti, l’arbitro fischia tre volte. E poi il solito iter burocratico che porterà la squadra ricorrente ad avere ragione e dunque avrà diritto a giocare la partita in un’altra data.
Questo accadrà per tutte le volte che l’Asl interverrà, a rischio anche l’Hellas Verona, l’Udinese e il Napoli che potrebbero essere bloccate e non riuscire a partire per la Spezia, Firenze e Torino. E per garantire lo svolgimento del campionato che, sennò, rischierebbe di non arrivare alla fine. Ci sono comunque due problemi: il primo è che le varie Asl locali, in ordine sparso, potrebbero decidere qua e là di bloccare o no una determinata squadra. Il secondo riguarda il calendario: un conto è recuperare due partite della Salernitana, che non ha nessun impegno europeo o in Coppa Italia, un altro sarebbe recuperare due-tre partite di una squadra che invece è impegnata nelle coppe, sia Nazionali che Europee. Ma ‘The show must go on’. Scordatevi la parola rinvio, al massimo riprogrammazione.
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