Serie A

Inter-Lazio, Sarri: “Stadi chiusi? Spero di no o mi passerà la voglia di andare in campo”

Maurizio Sarri
Maurizio Sarri - Foto Antonio Fraioli

Maurizio Sarri ha risposto alle domande dei giornalisti presenti in conferenza stampa, in vista di Inter-Lazio, big match valevole per la Serie A 2021/2022. Il tecnico biancoceleste ha commentato brevemente il pari con l’Empoli, per poi focalizzarsi sul confronto di San Siro con i nerazzurri di Simone Inzaghi. Sarri ha successivamente virato il proprio discorso sui singoli, con Lucas Leiva e Felipe Anderson in evidenza, per poi concludere con un giudizio sulla possibile chiusura degli stadi e la situazione relativa al Covid-19. Di seguito le considerazioni dell’allenatore della Lazio, divise per argomento specifico trattato.

ERRORI – “Stiamo facendo qualche errore di troppo, di reparto. Non parlo solo della difesa, ma in generale anche per quanto riguarda il centrocampo. Stiamo palesando qualche problema e dobbiamo migliorare. Non abbiamo sottovalutato l’Empoli, perché è una squadra con dei numeri in trasferta incredibili. Il primo gol subito è casuale, il secondo no, è frutto di un nostro difetto”.

LUCAS LEIVA“Leiva può fare il centrale, mi sembra che al Liverpool giocasse spesso lì, lo ha nel Dna. Lui è un ragazzo molto intelligente. Radu però negli ultimi mesi ci ha dato grandi segnali ed è giusto prenderlo in considerazione”.

FELIPE ANDERSON – “Felipe Anderson è fenomenale, ma bisogna che sappia gestirsi. Lui è un giocatore straordinario, se si riuscisse ad azzerare o limitare gli up and down. Bisogna che quando sia un periodo no riesca ugualmente a rendere all’altezza della sufficienza”.

CONTRATTO – “Contratto? Non so se è arrivato, non chiamo sempre il mio avvocato: se arriva, si firma. Non conosco l’entità dell’infortunio di Acerbi, è difficile valutare il tipo di lesione dopo pochi giorni. Non so cosa arriverà del mercato, io preparo le partite e sto sul pezzo rispetto a questo”.

COVID -“Se si considera che questa pandemia sia pericolosa, il lockdown non deve essere solo sportivo, ma totale. Se si declassa il Coronavirus a influenza, allora si agisce diversamente. Spero solo che non si arrivi a chiudere gli stadi, penso che faccia passare la voglia di andare in campo anche a chi ha una grande passione come la mia”. 

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