Antonio Conte finisce nel mirino delle polemiche e a Napoli cresce la sensazione che qualcosa, nonostante un trofeo, non stia andando come ci si aspettava.
Quando Antonio Conte è arrivato a Napoli, infatti, l’accoglienza è stata quella riservata ai grandi condottieri. L’uomo giusto al momento giusto, il tecnico capace di riportare ordine, fame e mentalità vincente dopo un periodo complicato. Del resto parliamo dell’allenatore che solo l’anno scorso ha regalato il quarto scudetto alla storia azzurra, un traguardo entrato di diritto nella leggenda della città. Però il calcio, si sa, non vive di memoria e a Napoli più che altrove conta sempre e solo il presente.
Ed è proprio il presente a far discutere. Nonostante la Supercoppa italiana conquistata a Riad, l’ambiente non è sereno. Anzi, senza ombra di dubbio, mai come ora il clima è attraversato da dubbi, malumori e interrogativi. Quel trofeo, che in altre piazze sarebbe stato celebrato come una rinascita, sotto il Vesuvio viene considerato poco più di un dettaglio. Un successo che conta, certo, ma che non basta a coprire le difficoltà viste in campionato.
Conte ancora sotto la lente di ingrandimento
Le prestazioni altalenanti, i punti persi contro avversari alla portata e una classifica che non rispecchia le aspettative hanno alimentato le polemiche. Conte è finito al centro del dibattito, quasi travolto da un’ondata di critiche che nessuno avrebbe immaginato solo pochi mesi fa. All’inizio si parlava di adattamento, di tempo necessario, però con il passare delle settimane la pazienza si è assottigliata.
A mettere ulteriore pepe sulla situazione ci ha pensato Francesco Marolda, decano dei giornalisti sportivi napoletani, intervenuto nel corso della trasmissione “Il Bello del Calcio”. Le sue parole hanno fatto rumore perché arrivano da una voce autorevole, sempre molto attenta alle dinamiche dell’ambiente. Marolda ha analizzato le ultime uscite del Napoli con lucidità, riconoscendo meriti ma anche evidenziando qualche ritardo.

Conte trionfa in Supercoppa ma non basta (Foto IG @jfanpageclub – sportface.it)
Secondo il giornalista, il Napoli ha disputato due partite praticamente perfette, mostrando finalmente equilibrio, intensità e idee chiare. Il punto, però, è un altro. I calciatori scesi in campo erano gli stessi visti nelle settimane precedenti, quelli che sembravano improvvisamente diventati insufficienti. Da qui il ragionamento che ha acceso la discussione: la rosa è forte, senza ombra di dubbio, ma forse bisognava solo capire come metterla in campo.
Marolda, pur elogiando Conte per il lavoro svolto e per la capacità di incidere, ha sottolineato come il mister avrebbe potuto arrivare prima a certe soluzioni. Non una bocciatura, ma una riflessione che a Napoli pesa come un macigno. Perché quando il talento c’è e non rende, la responsabilità inevitabilmente ricade su chi guida la squadra.
Ora la Supercoppa italiana è stata archiviata. Un trofeo che, tra quelli annuali, non è certo il più ambito o prestigioso, soprattutto per una piazza che ha fame di continuità e risultati pesanti. Il Napoli deve rituffarsi nel campionato, dove tifosi e addetti ai lavori si aspettano molto di più. Non bastano più le promesse o le attenuanti, serve concretezza.
Antonio Conte resta un allenatore di primo livello, questo nessuno lo mette in dubbio. Però a Napoli il credito si consuma in fretta e ogni partita diventa un esame. Il campo, come sempre, sarà l’unico giudice. E il campionato, da qui in avanti, dirà se queste polemiche erano solo rumore o il segnale di un problema più profondo.









