Serie A

Abodi su Acerbi: “Mi auguro sia in pace con la sua coscienza, non aggiungo altro sul razzismo”

Francesco Acerbi
Francesco Acerbi - Foto IPA

“Sul tema del razzismo io non voglio aggiungere nulla perché quello che conterà sempre di più saranno i fatti. Non vorrei solo rincorrere la cronaca, ma vorrei anticiparla. E dire che siamo contro il razzismo lo ritengo a questo punto non scontato. Mi auguro che chi ha giudicato abbia avuto tutte le informazioni utili per farlo e che Acerbi sia in pace con la sua coscienza”. Così Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i giovani, commenta la decisione del Giudice Sportivo in merito al caso Acerbi-Juan Jesus a margine della firma del protocollo tra Sport e Salute e la Conferenza della Regioni e Province autonome per lo sviluppo del sistema nazionale per il Censimento degli impianti sportivi. Sulla decisione del Napoli di non aderire alla campagna contro il razzismo della Serie A, invece, Abodi sottolinea di comprendere “l’amarezza, partendo dal rispetto nei confronti di Juan Jesus, però ritengo che bisogna fare uno sforzo per rimanere tutti insieme a contrastare un fenomeno che non si può contrastare disarticolati.

“Preoccupa la disarticolazione. Molto spesso si parla di sistema calcistico ma è evidente che il sistema ha bisogno di armonia, anche nella differenza degli interessi e nella differenza delle posizioni. Quello che manca è la capacità di far emergere l’interesse comune. E di fronte a questa incapacità è chiaro che c’è la non consacrazione di una pluralità di interessi che non possono proseguire ognuno per conto proprio. Un sistema così fallisce, evidentemente. E questo non è soltanto un dato legato ai fallimenti finanziari ma anche al fallimento della credibilità, della reputazione“. Spesso – continua Abodi – ci si nasconde dietro il fatto che la passione popolare sia inesauribile. Però questo dato non deve essere una copertura rispetto ai problemi ma un elemento di responsabilizzazione. Perché nonostante gli stadi inadeguati, nonostante la crisi che coinvolge oggettivamente anche il settore arbitrale, che la gente di tutta l’età, di ogni estrazione sociale e ovunque nel nostro territorio vada ancora allo stadio in maniera così numerosa deve essere un motivo di ulteriore responsabilità proprio per rispetto a questa passione. E questa attenzione non la noto oggettivamente. Perché altrimenti ci metteremo tutti più a disposizione gli uni degli altri per presentarci nella maniera adeguata”.

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