Ancora evidenti problemi per Piracy Shield, il sistema incaricato di bloccare il pezzotto e i siti che trasmettono illegamente le partite della Serie A. Già nei primi mesi di utilizzo, nel corso della passata stagione, si erano registrate diverse lamentele da parte di proprietari di siti web perfettamente legali che si erano visti bloccato l’accesso ai propri contenuti a causa del malfunzionamento del sistema. Quello che è accaduto per alcune ore di sabato 19 ottobre, però, potrebbe avere delle conseguenze ben più rilevanti anche sotto il piano giuridico. Piracy Shield ha infatti ieri bloccato anche Google Drive, con molti utenti che non riuscivano a scaricare o condivere i propri documenti. Questo perché la paittaforma, sotto la segnalazione da parte dei broadcaster, poi inoltra agli internet providers di inibire determinati indirizzi. Ma a quanto pare il sistema di protezione non funziona ancora granché bene, perché ha finito per inibire anche il dominio che serve per scaricare i file da Google Drive. I dati mostrano come nella serata di sabato siano aumentate esponenzialmente le segnalazioni tra le 19 e le 22.15. In quella fascia di tempo, il sistema Google Drive ha smesso di funzionare per tanti. Ma come già sottolineato non si tratta dell’unico errore, con anche altri utenti che continuano a segnalare disservizi fi questo tipo, ma è senz’altro quello che fa più rumore.
Il Codacons non si fa attendere e presenta un esposto alla Procura di Roma, chiedendo il sequestro del sistema Privacy Shield. “Quanto accaduto è gravissimo e rappresenta un precedente pericoloso a danno di una platea enorme di soggetti”, sottolinea l’associazione secondo cui “la lotta alla pirateria è una esigenza che condividiamo da sempre. Ma le misure di contrasto all’illegalità non possono portare a incidenti come quello che ha interessato Google Drive, un servizio usato da una moltitudine di soggetti (utenti, aziende e professionisti), anche per motivi di studio e lavoro, che ieri è rimasto bloccato per ore causando proteste e disagi”. “Per tale motivo presenteremo domani un esposto alla Procura della Repubblica di Roma affinché apra una indagine sul caso volta ad accertare possibili fattispecie penalmente rilevanti e le relative responsabilità, valutando al contempo il sequestro del sistema Piracy Shield – conclude il Codacons – se non è in grado di scremare adeguatamente i siti da bloccare nell’ambito della lotta alla pirateria, poiché una tale circostanza rappresenterebbe una soluzione immensamente più grave del problema”.