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Mancini: “C’è poco tempo per preparare gli impegni della Nazionale. Inter-City? Sfida aperta”

Roberto Mancini
Roberto Mancini - Foto LiveMedia/Emmanuele Mastrodonato

“Mi fa piacere che ci siano tre squadre italiane nelle tre finali, avrei preferito che le date fossero un po’ diverse in modo da dare alla Nazionale, che si appresta a giocare due match importanti, la possibilità di preparare con qualche giorno in più le partite. Questo non accade, bisogna che si mettano d’accordo perché così diventa difficile. Avremmo avuto bisogno di un po’ più di aiuto da parte di tutti, ma in primis sono le date che sono completamente sballate”. Così Roberto Mancini, tecnico della Nazionale, a margine della conferenza stampa al Ministero dell’Istruzione e del Merito organizzata per presentare il macro progetto ‘Valori in rete’, parlando degli impegni delle squadre italiane, in particolare della finale di Champions League, a ridosso del doppio impegno della Nazionale.

“Molti danno per scontata la finale di Champions, ma il mio parere è che non sarà così. Il City sarà avvantaggiato, ma è sfida molto aperta. Il gioco dell’Inter può metterli in difficoltà – ha proseguito Mancini in vista dell’atto conclusivo della massima competizione europea –. Roma-Siviglia è una partita completamente aperta, sono due squadre forti, stesso discorso per Fiorentina-West Ham. Le squadre italiane possono puntare a tre vittorie, chiaramente non con facilità”.

Mancini ha poi commentato anche i tanti episodi di razzismo che si verificano nel mondo del calcio. “Solitamente esageriamo quando certe cose accadono in Italia ma accade purtroppo in tutta Europa, in tutto il mondo. Purtroppo certe persone vanno allo stadio solo per fare certe cose. Chiaro che vanno applicate le regole, ma si applicano normalmente. Bisognerebbe smetterla, perché uno deve andare allo stadio per divertirsi, guardare la partita e gioire. Soluzioni? È da un po’ che le regole ci sono e devono essere applicate, queste cose accadono puntualmente ogni anno. Vent’anni fa non accadevano, quando giocavo non mi ricordo di situazioni del genere. I giocatori devono continuare a comportarsi bene in campo, le società fuori, e far applicare le regole, anche quando le regole sono dure. Questi personaggi vanno isolati, ma non credo che sarà così semplice”.

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