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Messi: “Ecco come è nato il falso 9. Sconfitta in finale ai Mondiali del 2014? Volevo ammazzarmi”

Lionel Messi
Inter Miami CF visits Japan for the first time. Inter Miami's Argentina forward Lionel Messi speaks at a press conference in Tokyo. Inter Miami will face J.League side Vissel Kobe in a friendly soccer match on February 7th at the National Stadium. Tokyo, Japan - 06 February 2024. Kazuki Oishi/Sipa USA

“Non pensavo molto alla tattica e con Guardiola ho imparato molto e ho cominciato a capire molto di più sul gioco, sugli spazi, sul possesso palla, sulla gestione del gioco con la palla. Il calcio si è evoluto tanto e oggi è molto tattico, troppo tattico, oggi qualsiasi squadra se ne mette cinque dietro, organizzati e ben posizionati, ti mette in difficoltà, mentre prima trovavi molti più spazi. Oggi è tanto più tattico e anche fisico il calcio”. Lo ha detto Lionel Messi in un’intervista a Clank!, nella quale ha parlato dei suoi esordi e del primo approccio con Guardiola: “Credo che abbia inciso un po’ anche Guardiola, perché tutti volevano copiare e volevano che le loro squadre giocassero in quel modo e volevano essere il Barcellona di quel momento. A un ragazzo devi insegnargli a capire il gioco, a sapersi muovere, a cercare gli spazi, a giocare velocemente, ma non devi nemmeno togliere la spontaneità. Il giocatore sudamericano era diverso e ne aveva di più rispetto a quello europeo, ma è vero che anche noi la vediamo sempre meno”.

E sul modo in cui è diventato un falso nueve: “Non ne avevamo parlato, penso che prima, in settimana o un paio di giorni di allenamento, Guardiola ha detto che magari avremmo provato a fare qualcosa di diverso. Un pomeriggio mi ha chiamato e mi ha detto ‘che fai’, ‘sono a casa’, ‘vieni in città, voglio parlarti’. E lì mi mostra un paio di video di quello che avremmo fatto. Mi disse ‘Giocheremo con un falso 9 perché non voglio che i difensori centrali abbiano il riferimento, voglio essere uno in più a centrocampo per avere la palla perché per andare a Madrid per vincere dobbiamo avere la palla”.

Sulla sconfitta in finale ai Mondiali contro la Germania e sul pallone perso in contropiede che avrebbe potuto fruttare il gol del pareggio in extremis: “Volevo uccidermi. Anche se è stata una palla persa lontano dalla porta, vicino alla loro panchina, è una palla che ho perso perché volevo dribblare, perché non volevo andare avanti… e anche perché quando voglio fare l’ultimo passetto, la palla è lontana da me e allora l’altro me l’ha portata via. Ma nella stessa partita sono autocritico con me stesso e cerco di superare me stesso. Mi ero sentito molto in colpa”.

Infine, sull’espulsione all’esordio in Nazionale dopo due minuti: “La verità è che non ho capito niente quando avevano mi hanno espulso perché mi ero perso tante volte quella situazione in cui mi prendevano e mi cacciavano, l’arbitro non aveva tatto o altro. Mi ha semplicemente buttato fuori, non era nemmeno un cartellino rosso ed è stato un momento molto duro per me per tutto quello che ha significato per me il mio debutto… Ma ecco, nello spogliatoio sono entrato morto, piangendo, non riuscivo a contenere me stesso”.

Infine, sul suo possibile regalo di compleanno: “Vorrei farmi una foto con Michael Jordan. Dopo averlo conosciuto e aver visto la serie tv ‘The Last Dance’ dico che è impressionante, non capisco molto di basket e non sono così appassionato per questo sport, ma lui era qualcosa di assolutamente diverso da tutti, di unico, e in ogni disciplina. A me hanno chiesto di fare foto tantissime volte, perché non posso farmene una io con lui? Sarebbe bello”.

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