Calcio

Il Consiglio Uefa: “Serve una campagna contro finti infortuni, useremo alcuni giocatori”

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Il consiglio direttivo della Uefa si è riunito ieri, lunedì 22 aprile, presso la Casa del Calcio Europeo di Nyon. A presiedere la riunione il consigliere Uefa Luís Figo, e tra i temi di cui si è discusso troviamo questioni arbitrali come il comportamento dell’allenatore e dei giocatori nei confronti degli arbitri, le perdite di tempo e il VAR. L’Uefa ha poi diffuso un comunicato ufficiale: “Il Consiglio ha consensualmente riconosciuto che il comportamento dei giocatori e degli allenatori nei confronti degli ufficiali di gara in diversi casi recenti è diventato un problema critico e non contribuisce positivamente alla buona immagine del gioco. I membri sono uniti nella convinzione che questo problema debba essere affrontato nel modo più deciso possibile. Il Consiglio ha concluso che è importante che gli allenatori diano l’esempio alle loro squadre e che il mobbing sugli arbitri venga eliminato. Gli arbitri sono un elemento essenziale del calcio e dovrebbero essere protetti da ogni forma di abuso. Ciò che accade nel gioco professionistico ha il potere di influenzare l’intera piramide; il reclutamento e il mantenimento degli arbitri dipende in larga misura dagli esempi positivi forniti nelle competizioni seguite da milioni di tifosi. Si è convenuto che un approccio disciplinare deciso è giustificato, ma che sarebbe anche opportuno migliorare la trasparenza della comunicazione tra arbitri e allenatori per ispirare comprensione e rispetto reciproci”.

Si è parlato inoltre della piaga dei finti infortuni per ottenere un ingiusto vantaggio, oppure perdere tempo, ed è stato suggerito che venga lanciata una campagna guidata da giocatori chiave per scoraggiare questi comportamenti. Infine, si è parlato del Var, e la richiesta agli arbitri è che questo sia più coerente, trasparente e comprensibile per giocatori, allenatori e tifosi: “Il Var dovrebbe essere visto come uno strumento di aiuto per gli arbitri e i suoi interventi non dovrebbero essere percepiti come un giudizio negativo sugli arbitri stessi. È chiaro che non tutto quello che c’è in campo può essere visto dall’arbitro”. 

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