Calcio

I 50 anni di Billy Costacurta, dai palleggi con le mani alle cinque Champions

Alessandro Costacurta - Foto Vecchiaguardia CC BY-SA 3.0

Spegne oggi 50 candeline Alessandro Costacurta. Mezzo secolo di vita legato in maniera indissolubile al Milan, squadra in cui si è formato, è cresciuto e vinto praticamente tutto a livello nazionale e mondiale.

Classe 1966, difensore centrale del Diavolo per 20 stagioni consecutive, vera e propria bandiera del periodo d’oro rossonero anche se troppo spesso sminuito. Costacurta ha giocato al fianco di Baresi, Tassotti e Maldini, una macchina perfetta capace di regalare a Rossi il record di imbattibilità (superato solamente un mese fa da Buffon). “Sono stato fortunato, ha affermato lui stesso, forse peccando di modestia. Perché, quando a 12 anni sfidò i pari età della sua futura squadra con la Gallaretese, non fu solo il suo innegabile talento a colpire gli osservatori del Milan, ma addirittura una doppietta. Quasi il totale di reti segnati in prima squadra durante la sua gloriosa carriera e ventennale carriera: solamente 3.

A Milanello venne anche affibbiato il soprannome Billy, che ancora oggi accompagna Costacurta. In uno dei suoi primi allenamenti, venne pizzicato nel palleggiare con le mani. Era il 1980, periodo in cui dominava la Billy Milano: “Ma te ste chi a fa? Va giuca’ al Billy’ e così ho questo soprannome terribile di una marca di succhi di frutta da trent’anni”.

Come nelle più longeve storie d’amore, non tutto è stato rose e fiori. È vero, dopo il prestito di una stagione in C1 al Monza e l’esordio nell’ottobre del 1987 sotto la guida di Sacchi nell’anno dell’undicesimo scudetto, Billy fu subito protagonista nella Champions vinta l’anno successivo, giocando 74 minuti nella finale dominata contro lo Steaua Bucarest, bissata poi contro il Benifica nella stagione successiva. Ma dovette superare anche la cocente delusione della sconfitta con il Marsiglia e il ritiro della squadra dopo il malfunzionamento del riflettore del Velodrome. Una cicatrice che però, secondo lo stesso Costacurta, ha aiutato l’ambiente a capire cosa fare per essere una grande squadra. Un percorso che si rivelò ad ostacoli dopo la fine del ciclo di Capello e le due stagioni tra 1996 e 1998 chiuse a metà classifica, con i rossoneri fuori dalle coppe. Un duro smacco per l’ex Milan degli Invincibili, tanto da far sbottare duramente Billy dopo la contestazione col Parma: “Per me l’anno prossimo sarà dura rientrare in questo Stadio”.

Il meglio, per sua fortuna, doveva ancora arrivare. Punto nell’orgoglio dopo l’esclusione con l’arrivo in panchina di Zaccheroni, Costacurta riconquistò il suo posto da titolare e rivestì di nuovo i panni di protagonista nella cavalcata del sedicesimo scudetto, tanto inaspettato quanto bello. Un rapporto ricucito, ma che sembrava ormai al capolinea nel 2002: con il contratto in scadenza, Billy volò in America per un Master in economia dichiarando di “non poter giocare in nessun’altra squadra in Italia”. Ma c’era ancora tempo per scrivere altre importantissime pagine di storia. Galliani gli rinnovò il contratto e lo riportò a Milanello, nonostante l’arrivo di Nesta che di fatto gli sbarrò la strada nella formazione titolare al centro della difesa. Per il suo Milan, però, Billy divenne pedina fondamentale anche al di fuori del suo ruolo naturale, adattandosi a terzino sinistro. Suo il posto da titolare nella finale di Manchester vinta ai rigori contro la Juventus, stringendo i denti nonostante i postumi di un infortunio al polpaccio.

“Sono stato fortunato”, continua a ripetere Costacurta ma in che modo può influire la fortuna nella vittoria di cinque Champions, sette scudetti, cinque Supercoppe italiane e quattro europee, passando per due Coppe Intercontinentali? Proprio a questa competizione è forse legato il ricordo meno felice di Billy, con l’errore sul rigore che consegnò il trofeo al Boca tirato in modo goffo colpendo più terreno che pallone: “Galliani bestemmia ancora ma 120 minuti a 37 anni furono stancanti”. Il fato volle però concedergli l’occasione di lasciare negli occhi dei suoi tifosi un altro tiro dal dischetto, questa volta depositato in rete. Nella partita di congedo a San Siro contro l’Udinese, Billy salutò il suo pubblico con il terzo gol della sua carriera, a quindici anni di distanza dall’ultimo, regalandosi addirittura il record di calciatore più anziano ad aver segnato nel nostro campionato con i suoi 41 anni e 25 giorni.

Dopo la rivincita con il Liverpool ad Atene qualche giorno dopo, in quel caso vissuta dalla panchina, Costacurta appese le scarpe al chiodo con 663 partite in rossonero, solamente alle spalle di mostri sacri come Baresi e Maldini. Il calcio resta un elemento importante nella sua vita, nel suo ruolo di opinionista a Sky, dove spesso accompagna le sue analisi con quel personalissimo tocco d’ironia. Ma niente carriera di allenatore, già sperimentata per qualche mese con il Mantova (“Non ero né un buon padre, né un buon allenatore”). Non resta dunque che augurargli un buon 50esimo compleanno, guardando al passato e ad una delle ultime bandiere del calcio moderno con lo stesso pizzico di malinconia con cui lui guarda al “suo” Milan attuale. Auguri, Billy!

SportFace