Europa League

L’AZ Alkmaar cheta l’entusiasmo del Napoli, la Roma la ribalta coi cambi di Fonseca

Lorenzo Insigne e Kalidou Koulibaly
Lorenzo Insigne e Kalidou Koulibaly - Foto Roberto Dell'Olivo

Napoli e Roma sono due facce della stessa medaglia al termine della prima giornata di Europa League. I partenopei si sono complicati non poco il cammino europeo contro l’AZ Alkmaar, subendo gol sull’unica azione offensiva degli avversari. Gli azzurri partono con l’intenzione di indirizzare subito la pratica, creando diverse occasioni: è mancato però il cinismo necessario nell’arco di tutti i 90 minuti.

Una volta subito gol il Napoli ha provato ad attaccare a testa bassa, ma col trascorrere dei minuti la formazione di casa si è spenta sempre di più perdendo smalto e faticando a creare occasioni nitide: un esempio sono gli ultimi 10 minuti. Dal punto di vista dei singoli da salvare l’ottima prova di Osimhen, mentre Mertens e Koulibaly vanno dietro alla lavagna: gravi due loro errori, in attacco e in difesa, ai fini del risultato finale. Fra gli olandesi buonissima prova del match-winner de Wit, a cui fanno compagnia Koopmeiners  e Karlsson: gli uomini di Slot concedono sì tanto campo agli avversari, ma sono quasi sempre riusciti ad arginarli nei pressi della zona calda.

La Roma ha invece impiegato un’ora per entrare all’interno della partita: ci è entrata quando Fonseca ha schierato la squadra vera al posto di quella di riserva, messa in campo all’inizio. Era sotto di un gol (rigore quantomeno dubbio), ha rimontato con le reti di Bruno Peres e Kumbulla, ma gli assist sono stati di Dzeko e Mkhitaryan, entrati nel secondo tempo, quando i giallorossi avevano preso la partita in mano e messo sotto gli svizzeri. Troppo pesante probabilmente il turnover del tecnico, che non ha accettato mezze misure tenendo fuori 9 giocatori che erano partiti titolari contro il Benevento.

Da rivedere quindi la Roma spagnola (giovane, ma non altrettanto frizzante) con Villar e Borja Mayoral: il primo non si è mai visto a centrocampo, incapace di sostenere la manovra; il secondo ha trascorso 57 minuti senza uno spunto e soprattutto senza un tiro in porta. I cambi hanno evidenziato la tecnica e di personalità tra le due formazioni, ovviamente a favore della Roma, è apparsa subito evidente. E’ stato un lancio del “regista” Dzeko a mettere Bruno Peres davanti a Von Ballmoos, uscito in ritardo e battuto da una conclusione precisa dell’esterno brasiliano, fino a quel momento uno dei peggiori in campo. Subito dopo il gol, Fonseca ha fatto entrare Pellegrini al posto di Juan Jesus (con Cristante arretrato al centro della difesa a tre). E’ stato poi  Mkhitaryan, a mettere sulla testa di Kumbulla la palla del 2-1 per la sua prima gioia in giallorosso. Davanti alla Roma vera lo Young Boys si è sciolto come neve al sole: sul piano tecnico non c’era più confronto, anche se gli svizzeri, forti di una bella condizione fisica, hanno avuto l’ultima occasione con Elia, entrato da poco: Pau Lopez ha compiuto il miracolo di serata, grazie al quale i capitolini tornano da Berna con tre punti in tasca.

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