Coppa Italia

La Coppa Italia è nerazzurra. Perisic rovina la festa (e i record) di Allegri

Simone Inzaghi
Simone Inzaghi - Foto Antonio Fraioli

Dopo due successi bianconeri nei precedenti due incroci, l’Inter vince la prima finale di Coppa Italia in un derby d’Italia contro la Juventus e torna a vincere il trofeo undici anni dopo. Si chiedeva lo spettacolo, c’è stato. Si chiedevano i gol e ci sono stati. Il risultato finale è 4-2 ed è maturato dopo 120′ tra polemiche, accenni di rissa, nervosismo e anche magie, quella di Ivan Perisic che si conferma uomo più in forma. Allegri è espulso e non chiude al triplice fischio; Simone Inzaghi è una furia sulla linea laterale. La Juventus va sotto dopo poco, rimonta, subisce la contro-rimonta e alla fine deve fare i conti con la prima stagione senza trofei degli ultimi undici anni. La formazione bianconera poteva diventare la quinta squadra dei cinque grandi campionati europei in grado di vincere 15 volte la principale coppa Nazionale, dopo il Barcellona (31 Copa del Rey), Athletic Club (23 Copa del Rey), Bayern Monaco (20 DFB Pokal) e Real Madrid (19 Copa del Rey), mentre Allegri già gustava il primato di cinque trionfi in Coppa Italia, più di Eriksson e Mancini. Alla fine a sorridere è Inzaghi che come l’attuale Ct azzurro ha vinto una Coppa Italia sia sulla panchina della Lazio che su quella dell’Inter. E l’inizio è quello dei migliori: al 7′ Barella si accentra e dal vertice dell’area lascia partire un destro che lascia di stucco Perin. Nei primi venti minuti è dominio nerazzurro col 73% del possesso palla. La Juventus si affaccia timidamente, affidandosi all’estro di un Paulo Dybala in orbita nerazzurra sul mercato.

L’inizio di ripresa è tutto a targhe bianconere. E c’è lo zampino di Handanovic (decisivo nel primo tempo su Vlahovic) per favorire il gol di Alex Sandro al 50′: tiro non irresistibile, Morata forse sfiora quel che basta, di certo lo sloveno è ingannato e vede entrare la palla in rete. Tempo due minuti e la Juve passa in vantaggio. Merito di una delle azioni più belle della stagione di Allegri: Dybala illumina per Vlahovic che mette a sedere D’Ambrosio e batte in seconda battuta Handanovic. Ma ecco i penalty a salvare Inzaghi. Dubbio il primo, netto il secondo. All’80’ Dumfries crossa dalla destra, con Perisic che rimette in mezzo di testa per Martinez che finisce a terra dopo un tocco prima di Ligt e poi di Bonucci: restano molti dubbi. Dagli undici metri Calhanoglu non sbaglia. E non sbaglia neanche Perisic dopo un fallo di De Ligt sul connazionale De Vrij in area. È lo stesso croato a chiudere definitivamente i conti al 12′ del primo tempo supplementare quando, a chiusura di un rapido contropiede, il suo pregevole mancino dal limite si infila sotto l’incrocio lontano per il 4-2 e fa infuriare Allegri, espulso. Si tratta della seconda finale giocata nell’11 maggio 2006 e anche in quell’occasione l’Inter si impose contro la Roma. Una data che porta fortuna, in una stagione con due trofei. Per la perfezione servirà il terzo, al Milan il compito di negare il sogno nerazzurro.

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