
“Un poco con la cabeza de Maradona y otro poco con la mano de Dios” e qualche istante dopo “ladrón que roba a ladrón tiene cien años de perdón“: con poche frasi, è possibile raccogliere e (speriamo) tramandare tutto il Maradonismo. Ed oggi che ricorre l’anniversario della scomparsa di Diego Armando Maradona, è ancora più importante farlo. Per chi l’ha visto e per chi ne ha solo sentito parlare.
Addio Maradona: 5 anni senza Diego
Genio calcistico, per la realizzazione di due gol che nessun’altra mente umana avrebbe concepito in quel momento, in quella partita, dopo quella guerra. È il 1986, l’Argentina qualche anno prima aveva invaso un paio di scogli nell’Atlantico chiamato Malvinas. Niente petrolio, o rotte commerciali da gabellare: serviva invadere qualcosa al regime vigente per non perdere consensi.
Solo che su quegli scogli c’erano già gli inglesi (li chiamavano Falkland) e pure loro non potevano permettersi di perderli. O meglio, la Thatcher non ne aveva intenzione. E cosí se li ripresero. Bilancio: 1000 giovani argentini morti, e tanta rabbia.
E dalla rabbia alla sfrontatezza il passo è breve. Perché dopo aver segnato con la mano, Diego si affida ad un’invocazione ultraterrena, ma consapevole, perché Dio sta coi buoni. “Un po’ la testa di Maradona e un po’ la mano di Dio“.
Divino, appunto. Gli avevano chiesto se si fosse pentito: aveva risposto con un semplice “chi ruba al ladro riceve cent’anni di perdono“, frase attribuita a Fernando de Rojas nel XV secolo. Maradona non si pente, ed anche questo lo rende un po’ meno umano di chiunque altro.
