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Carlo Ancelotti torna a parlare dopo l’esonero da allenatore del Bayern Monaco. L’occasione si presenta a Torino dove è stato invitato per ritirare il Premio letterario intitolato ad Antonio Ghirelli (il libro si chiama “Il leader calmo”, realizzato con Chris Brady e Mike Forde). “La tranquillità è il mio stile, ho avuto insegnanti calmi – ha spiegato l’ex tecnico del Milan – la maestra, mio padre, Liedholm. A Madrid mi si accusava di avere un rapporto troppo stretto coi giocatori, a Monaco di non averlo. Bisogna che si mettano d’accordo. La verità? Io non voglio rapporti coi giocatori, li voglio con le persone. E’ diverso. In 22 anni non ho mai avuto rapporti difficili. Solo che faccio delle scelte e ci vuole l’intelligenza di capirle, più una società che le difenda. La solidarietà dei colleghi mi ha fatto piacere, questo è il calcio inutile scandalizzarsi”. I toni tranquilli e leggeri lasciano spazio a battute (“Sarei venuto anche se il Bayern non mi avesse cacciato, evidentemente volevano essere sicuri che arrivassi puntuale”) e considerazioni: “Contento di essere qui e di parlare in italiano, ora andrò in vacanza fino a giugno, mi divertirò molto. E guarderò calcio, certo. Non mi logora, lo preferisco a cinema e passeggiate, è bello vederlo anche da fuori”.
C’è spazio per un commento sulla Nazionale: “Agli spareggi sarà dura, ma abbiamo compattezza di gruppo, difesa solida e storia”. Poi la conclusione con un commento sul futuro: “Preferisco i club, sarà così fino a quando avrò voglia di stare sul campo tutti i giorni. Poi potrei accettare l’azzurro, se mi volessero. Anche se, come ora, altre nazionali potrebbero avere tasso tecnico superiore al nostro. Sulle panchine italiane vedo esattamente chi c’è adesso”.