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Nba 2017/2018, Eastern Conference: il pagellone della prima parte di stagione

Lebron James, Cleveland Cavaliers 2017-2018 - Foto Erik Drost CC BY-SA 2.0

Con la fine del 2017 viene archiviato anche il primo quarto della stagione NBA. La redazione di Sportface.it ha deciso di assegnare i voti all’inizio della regular season di tutte le franchigie NBA. Nello specifico qui troverete i voti alle compagini della Eastern conference (QUI per le pagelle della Western conference).

Ai nastri di partenza erano due le squadre che potevano puntare alla prima piazza ad Est ed è stato effettivamente così finora con Boston Celtics e Cleveland Cavaliers che non stanno tradendo dal punto di vista dei risultati le aspettative anche se per il momento insieme a loro ci sono anche i Toronto Raptors che si sono reinventati dal punto di vista tattico e stanno tenendo discretamente il passo delle due compagini sopracitate. Come pronosticato inoltre sono in fase di ascesa sia tecnica che per numero di vittorie i Milwaukee Bucks e Philadelphia 76ers che hanno individuato gli uomini franchigia del futuro e gli stanno costruendo attorno qualcosa con cui ambire a grandi traguardi nei prossimi anni. Piacevoli rivelazioni fino a questo punto i Detroit Pistons e gli Indiana Pacers. L’unica vera delusione è rappresentata dai Wizards che nell’anno della legittimazione dello status di potenza ad Est non stanno convincendo anche se la stagione è lunga e ad invertire la rotta ci vuole poco.

ATLANTIC DIVISION

BOSTON CELTICS voto:9
Dopo i primi cinque minuti di stagione, a Boston erano praticamente tutti pronti a rimandare le ambizioni di gloria alla prossima stagione. La rabbia per l’infortunio di Hayward al debutto contro i Cavaliers si era unita al rammarico per gli addii di Bradley e Crowder che avevano reso la squadra di coach Stevens un’incognita nella metà campo difensiva. Sembravano essere andati già in fumo i piani di Danny Ainge ma a due mesi di distanza da quella sera ci ritroviamo non solo a parlare della squadra con il miglior record della Eastern Conference ma anche della seconda miglior difesa della lega.

La prima delle sorprese porta il nome di Kyrie Irving, era scontato che il prodotto di Duke sarebbe stato l’uomo chiave della squadra ma nessuno si sarebbe aspettato un inizio di stagione simile non tanto per la fase offensiva dove del resto aveva già abituato bene il pubblico NBA, il ragazzo infatti non sembra soffrire le maggiori responsabilità ma quel che impressiona realmente è l’interpretazione nella metà campo difensiva che lo vede partecipe in maniera attiva e proficua.

L’assenza di Hayward ha naturalmente mutato anche le funzioni del resto del gruppo, in primis Al Horford si è dovuto adattare ad un ruolo di quattro e in attacco è di fatto il secondo play della squadra. Brown e Baynes hanno decisamente più minuti rispetto alla scorsa stagione e li stanno sfruttando a dovere con un’immagine importante di role player mentre Tatum nel suo anno da rookie si sta comportando bene anche se ogni tanto l’inesperienza lo porta a prendere decisioni sbagliate in fasi importanti della gara anche se questa è una cosa che solo il tempo potrà cambiare. Alla luce della dimensione trovata dai Celtics e del record stagionale quel che ci si chiede è se è davvero necessario forzare il rientro di Hayward ad ogni costo rischiando di bruciare il giocatore.

BROOKLYN NETS voto:6
Le aspettative dei Nets alla vigilia della regular season non erano allettanti ma rispetto alle ultime stagioni l’aria che tirava dalle parti Brooklyn era sicuramente migliore con l’arrivo di un prospetto come D’Angelo Russell che dopo due stagioni in chiaroscuro in maglia Lakers si presentava con l’aspettativa di rilanciare la sua carriera e di far ritrovare il sorriso al Barclays Center. In generale la prima parte di stagione della squadra di coach Atkinson è stata in linea con le aspettative, Russell nonostante debba migliorare molto ha fatto dei passi avanti specialmente in attacco dove ragiona di più e prende tiri migliori aumentando di conseguenza le sue percentuali. Purtroppo un infortunio al ginocchio lo ha fermato dopo sole dodici presenze e lo ha costretto a raggiungere in infermeria Jeremy Lin anche lui fuori per una rottura del tendine rotuleo del ginocchio.

Positivi anche gli inserimenti in roster di Carroll e Crabbe che nelle giornate si garantiscono punti dall’arco. Nel frontcourt si è comportato discretamente il rookie Jarrett Allen che con il suo atletismo ha impressionato tutti, grande curiosità invece per Okafor arrivato dai 76ers con le stesse motivazioni di Russell ha giocato solo una gara con la nuova canotta, il prodotto di Duke può far bene anche se non è un giocatore troppo compatibile con coach Atkinson.

NEW YORK KNICKS voto:6.5
Con l’addio di Carmelo Anthony in casa Knicks non ci si aspettava troppo dalla stagione e invece poco prima dell’anno nuovo la squadra della grande mela è in zona playoff esprimendo un gioco efficace. L’assenza di un uomo franchigia sembrava quasi obbligare i Knicks a tankare ma a salvare il pubblico del Garden da un’altra stagione anonima ci ha pensato Kristaps Porzingis.

Il lettone ha preso in mano la squadra e riesce a guidarla meglio di quanto abbia fatto Melo negli ultimi anni, i suoi numeri sono in crescita su tutti i fronti, attualmente è il nono miglior marcatore della lega e il numero tre per stoppate a gara. In grande crescita anche Michael Beasley che in uscita dalla panca sembra aver trovato la sua dimensione in NBA.

PHILADELPHIA 76ERS voto: 6.5
In Pennsylvania “Il Processo” è definitivamente partito e gli anni peggiori sembrano essere finalmente alle spalle. Dopo qualche aver avuto qualche sprazzo di Embiid lo scorso anno i 76ers possono finalmente contare sul centro quasi a pieno ritmo inoltre è stato ritrovato anche Ben Simmons che dopo un’anno di stop si è affacciato al mondo NBA.

I due hanno in mano le chiavi del team di coach Brown, Embiid si è confermato un giocatore dominante sotto il ferro, in post-basso ha una forza che gli permette di prendere posizione profonda e attaccare spalle a canestro a ciò si aggiunge un arsenale offensivo che gli permette di essere efficace anche dal perimetro. Ben Simmons al suo rookie year ha mostrato subito una maturità incredibile che gli ha permesso di mettere a tacere i dubbi sulle sue capacità di realizzatore dato che per ovviare al suo inefficace jump shot mette in atto una selezione di tiri eccellente che gli permette di non nuocere mai alla causa dei compagni. In tutto questo manca la scelta numero uno dell’ultimo draft Markelle Fultz che con il suo arrivo doveva mettere fine ai problemi nel backcourt dove comunque in sua assenza si sta comportando bene T.J McConnell.

La squadra può concorrere per un posto nella post season anche se al momento la troppa dipendenza da Embiid rappresenta un’incognita dato che nelle serate in cui il centro non riesce ad esser presente spesso arrivano nette sconfitte. Inoltre un dato di rilievo sono 109.4 punti di media concessi a partita, decisamente troppi. Nel complesso però i 76ers lavorano nel modo giusto e l’impressione è che a breve possano lottare per qualcosa di più del posto in post season

TORONTO RAPTORS voto:8
I Raptors a inizio stagione venivano presentati come quarta forza della conference e da molti erano dati addirittura in fase di calo in confronto alle arrembati Milwaukee e Philadelphia. Il primo quarto della stagione invece ha premiato la franchigia canadese che al momento balla tra la seconda e la terza posizione ad Est. I meriti di quel che si è visto finora vanno a coach Dawyne Casey che ha reinventato il sistema di gioco di una franchigia che non ha cambiato quasi nulla nella post season. Determinante la disponibilità delle due stelle della squadra, Lowry e DeRozan ad affidarsi ai dettami Casey, cambiando così modo di attaccare e difendere. Tutto ciò ha portato il backcourt dei canadesi ad esprimersi ad un livello migliore rispetto alla scorsa stagione.

Il sistema dei Raptors rende al meglio anche grazie alla profondità del roster che ha trovato per ogni spot giocatori in grado di dare un apporto positivo. La vera rivelazione però è Anounoby che nei primi mesi NBA della sua carriera si è già preso il posto in quintetto. Per i playoff Toronto partirà naturalmente alle spalle di Celtics e Cavaliers ma in questa stagione c’è l’impressione che una serie con queste due squadre potrebbe essere più lottata rispetto agli anni scorsi.

SOUTHEAST DIVISION

ATLANTA HAWKS voto:4.5
La franchigia ha il peggior record della lega e questo in realtà era anche prevedibile dato che il roster è stato completamente demolito per ricostruire da zero ma la squadra di Budenholzer non sembra essersi mossa nel modo giusto in questi primi mesi.

Mancano giocatori per il futuro dato che si è deciso di puntare su giocatori funzionali come Babbitt, Dedmon e Belinelli che stanno viaggiando su cifre interessanti ma non rappresentano una risorsa per i prossimi anni. Si sta rivelando un discreto invece il rookie Zach Collins ma non è abbastanza e al momento Dennis Schroder in autonomia non è in grado di portare sulle spalle il peso di una franchigia che dovrà mettere in atto una delle ricostruzioni più difficili della lega.

CHARLOTTE HORNETS voto:5
Solo due anni fa gli Hornets sembravano aver trovato la propria dimensione da squadra playoff nella lega invece dopo il record negativo nell’annata 2016-2017 anche questa stagione non è iniziata benissimo con un record negativo che li sembra tagliare fuori dalla corsa playoff già a gennaio.

I problemi sono molteplici e sono da imputare in buona parte alla difesa che specialmente sul perimetro concede tiri agli avversari con troppa facilità a questo si aggiunge anche una panchina inaffidabile che risente in parte degli infortuni che hanno decimato il roster. La sola asse WalkerHoward non è abbastanza per permette alla squadra di Steve Clifford di trovare continuità di risultati.

MIAMI HEAT voto:6
La compagine guidata da Spoelstra sembrava in rampa di lancio dopo la striscia positiva con cui aveva terminato la scorsa stagione. Con un roster quasi invariato i presupposti per far bene c’erano tutti ma la realtà soprattutto nelle prime venti gara è stata diversa e gli Heat hanno avuto difficoltà nel raccogliere risultati.

La sufficienza tuttavia è frutto degli ultimi risultati (6 vittorie nelle ultime 8) e del record che li vede in zona playoff, da apprezzare la crescita di Josh Richardson e il mondo in cui viene fronteggiata l’assenza del giocatore che più di tutti si avvicina ad essere un uomo franchigia, Hassan Whiteside. Se il trend positivo dovesse essere confermato nei prossimi mesi, i floridiani potrebbero strappare il pass per la post season senza troppe problematiche.

ORLANDO MAGIC voto:5.5
Sorprendente l’avvio con otto vittorie nelle prime dodici gara della regular season, naturalmente era impensabile per i ragazzi di coach Vogel tenere lo stesso ruolino di marcia ma la serie di nove sconfitte consecutive a cui si aggiunge la serie aperta di sette ha fatto tracollare il record di Orlando che si è trovata a dover affrontare gli infortuni di Evan Fournier e Aaron Gordon con quest’ultimo che poco dopo il rientro è tornato nuovamente ai box per un problema al polpaccio. Decisamente povera la fase difensiva che concede canestri con troppa facilità specialmente in fase di transizione. I risultati sono in linea con il roster anche se la discrepanza tra le prestazioni di inizio novembre e quelle di fine dicembre è troppo grande.

WASHINGTON WIZARDS voto:5.5
Attesi come la terza forza della conference i Wizards non si sono dimostrati all’altezza di Celtics e Cavaliers nè tanto meno dei Raptors. Wall e compagni si trovano in piena zona playoff e sono coinvolti nel filone di squadre che vanno dalla quarta alla decima piazza ma non era quello che ci si aspettava nella stagione della consacrazione di Wall e del definitivo salto di qualità di Beal.

La squadra di coach Brooks ha indubbiamente risentito dell’infortunio che ha costretto Wall allo stop ma questa assenza non basta per giustificare i risultati arrivati dato che il quintetto base della squadra resta di tutto rispetto anche senza il primo violino. I risultati più volte sono mancati contro squadre decisamente abbordabili e anche Beal è andato troppo a sprazzi toccando picchi sia in positivo che in negativo. Nel 2018 la squadra dovrà ritrovare le dinamiche di squadra che hanno permesso di raggiungere ottimi risultati importanti specialmente tra le mura del Verizon Center che in passato è stato un punto di forza.

CENTRAL DIVISION

CHICAGO BULLS voto:5
Che i Bulls sono all’anno zero si sa e si sapeva ma l’inizio della stagione è stato peggiore di qualunque aspettativa. La squadra di Hoiberg riparte da un gruppo nuovo, giovane e senza un vero leader. Soprattutto quest’ultimo punto emerge in fase offensiva dove manca un giocatore in grado di trovare punti in autonomia nelle serate no del collettivo.

Sicuramente hanno influito finora le assenze nel backcourt di LaVine e Payne che non hanno potuto ancora fare il loro debutto in maglia Bulls. Tuttavia l’ammontare di sette vittorie nelle ultime otto gare fa sperare i tifosi dell’Illinois che qualcosa di buono da quest’annata si possa ricavare, nel dettaglio i nomi sono quelli di Kris Dunn che dopo aver deluso da rookie si sta ritagliando il suo spazio nella dimensione NBA e soprattutto Lauri Markkanen che con una buona presenza fisica, un QI cestistico di rilievo e delle mani educatissime non ha sofferto troppo il passaggio dal college al professionismo.

CLEVELAND CAVALIERS voto: 7
Nonostante si sia detto di tutto in questi mesi, è una dato di fatto che i Cleveland Cavaliers sono la squadra da battere nella Eastern Conference. Nonostante ciò è giusto pensare e programmare il futuro nella stagione che potrebbe vedere l’addio di LeBron James nella free agency rappresentando di fatti l’ultimo anno per poter agguantare il titolo. In questo senso la scelta di non cedere la pick dei Nets che è stata richiesta più volte lascia intendere che il front office dei Cavs vuole programmare con intelligenza assicurandosi un giocatore che possa essere utile alla causa della franchigia indipendentemente dalla permanenza o meno del numero ventitrè.

L’inizio della stagione è stato quasi un incubo con coach Lue che non riusciva a far girare la squadra e un record che è andato in negativo. La crescita dal punto di vista dei risultati e soprattutto del gioco è arrivata a metà novembre con Kevin Love che nel suo nuovo ruolo riesce ad essere decisamente più determinante e LeBron James che si attesta a livelli stratosferici facendo sembrare normale una media di 28.4, 9.2 assist e 8.2 rimbalzi all’età di 32 anni.

Sicuramente ci sono delle cose da puntellare nel prosieguo della regular season anche perché la squadra tende a concedere troppo ritrovandosi spesso a dover vivere di parziali cosa che nei playoff non potrà permettersi quando incontrerà squadre solide.

DETROIT PISTONS voto:7
Una delle sorprese di questo avvio di stagione sono i Detroit Pistons. La squadra aveva aggiunto al roster un giocatore delle qualità di Bradley ed è proprio il suo inserimento ad aver cambiato le cose in casa Pistons. Se l’apporto che l’ex Celtics garantiva nella metà difensiva era prevedibile forse neanche coach Van Gundy si sarebbe aspettato un’influenza simile nella fase offensiva. L’attacco finalmente è in grado di andare a referto con molteplici soluzioni e tutti gli interpreti sono coinvolti nell’azione e questo permette di ottenere risultati anche quando il valore dei singoli è inferiore, né è una dimostrazione la vittoria con i Thunder che si trovano nella situazione opposta della franchigia del Michigan.

La mentalità della compagine è cambiata e la dimostrazione principale è l’uomo franchigia Andre Drummond che non solo ha migliorato la percentuale ai liberi portandola sopra il 60% ma soprattutto ha iniziato a giocare con i compagni evitando di impelagarsi e forzare situazioni scomode sotto il ferro. Per i playoff potranno sicuramente dire la loro nei prossimi mesi e in una eventuale serie potrebbero essere un ostacolo rognoso per chiunque.

INDIANA PACERS voto 7.5
La vera rivelazione e non solo ad Est ma nell’intera lega sono gli Indiana Pacers che si sono presentati ai nastri di partenza come franchigia anonima soprattutto dopo aver “svenduto” Paul George in estate. Sembrava la stagione ideale per tankare invece coach McMillan ha riscoperto Victor Oladipo che dopo esser stato ridimensionato dalla stagione giocato con i Thunder ha trovato la dimensione dove poter essere decisivo. I numeri su cui viaggia erano impensabili ad ottobre, spiccano in particolar modo 24.8 punti di media a gara che lo rendono il miglior marcatore di quella che è la settima squadra per punti segnati nell’NBA.

La squadra finora ha puntato molto sulle situazioni di pick and roll sulle quali anche Domantas Sabonis trae i maggiori benefici in una stagione che lo ha visto cambiare posizione sul parquet con discreti risultati. Un’altro fattore determinante è Lance Stephenson che quando è in serata riesce a far svoltare con i suoi punti le serate della squadra. Come per i Pistons sarà interessante vedere se riusciranno a confermarsi da qui ad aprile ma i presupposti per proseguire su questa strada ci sono tutti.

MILWAUKEE BUCKS voto: 7
Nell’anno dell’ennesima consacrazione di Giannis Antetokounmpo che in questa stagione sembra poter addirittura competere per il titolo di MVP in regular season, i Bucks si stanno attestando su un ottimo livello e stanno pienamente rispettando i pronostici della vigilia. L’aggiunta in corsa di Bledsoe si sta rivelando importantissima specialmente perché è arrivato di una scelta più Greg Monroe che ormai dava un apporto limitato alla squadra di Jason Kidd.

La crescita di Malcom Brogdon, rookie dell’anno 2016/2017 sta seguendo la parabola preventivata mentre sta avendo più difficoltà Thon Maker. Antetokounmpo e compagni per un ulteriore salto di qualità aspettano il rientro di Jabari Parker che se dovesse avere l’occasione di esprimersi a pieno regime potrebbe definitivamente cambiare faccia ai Bucks.

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