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Coronavirus, l’NBA pensa di trasferire le partite da giocarsi nelle zone di contagio

NBA logo - Foto RMTip21 - CC-BY-SA-2.0

Nelle prossime ore ci sarà l’incontro ufficiale tra Adam Silver e tutti i rappresentanti delle proprietà delle franchigie NBA, ma nel frattempo ESPN ha già reso noti alcuni degli aspetti che saranno discussi per cercare di contrastare la diffusione del coronavirus negli Stati Uniti. Una delle proposte sul tavolo è quella di trasferire le partite che dovrebbero giocarsi nelle città maggiormente coinvolte dal contagio, portandole in zone in cui la situazione al momento è meno complicata sotto l’aspetto sanitario. Nel caso in cui una franchigia si ritrovasse nella condizione di dover rinunciare all’opportunità di scendere in campo nella propria arena, bisognerà capire se il match verrà disputato sul parquet della squadra rivale (qualora non presentasse criticità legate al contagio da coronavirus) o se istituire un campo neutro dove trasferire entrambi i roster.

La situazione è tuttavia ancora in stand-by, dato che non è ancora chiaro infatti quanto e in quali zone degli Stati Uniti sia maggiormente diffuso il coronavirus. Nel frattempo nello stato di Washington sono già state vietate tutte le manifestazioni e i raduni che prevedono la presenza di un numero superiore alle 250 persone, mentre l’ufficio di sanità di San Francisco ha già chiesto agli Warriors di giocare a porte chiuse, la stessa direzione in ci si sta andando in Ohio, con i Cavaliers che torneranno a giocare alla Quicken Loans Arena il 24 marzo.

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